Faccia a faccia di oltre un’ora a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il suo diretto predecessore, Mario Draghi. L’incontro era stato fissato una settimana fa e aveva l’obiettivo, almeno ufficiosamente, di confrontarsi “sul rapporto sul futuro della competitività europea“. Un testo che “contiene secondo il governo diversi importanti spunti“, si legge nella nota di Palazzo Chigi.
Fra questi, continua la nota, “la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie, dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni”. Tutto questo, viene sottolineato “senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune“. “Priorità condivise che – si precisa – rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee”.
Proprio oggi Meloni – che guida l’unico partito all’opposizione del governo guidato dall’ex governatore di Bankitalia – ha citato un brano del report di Draghi commissionato dall’Ue nel suo intervento all’assemblea di Confindustria. “Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea – ha detto Meloni tra l’altro -, gli ambiziosi obiettivi ambientali dell’Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita. Varie volte in Consiglio europeo ho fatto notare che non ha molto senso dotarsi di strategie e poi non creare strumenti per realizzarle: senza strumenti le cose alla fine non si riescono a fare”.
L’incontro tra Meloni e Draghi segue di una settimana un altro faccia a faccia che l’ex premier ha avuto con la presidente di Mediaset Marina Berlusconi, a casa di quest’ultima a Milano, circostanza che dette il via a una serie di voci. Sia in ambienti di centrodestra, sia in quelli di centrosinistra, c’è la convinzione che sia stato comunque un momento per riflettere sulle implicazioni delle politiche economiche e su come anche il settore privato possa giocare un proprio ruolo nella crescita e nello sviluppo. Temi che probabilmente Draghi ha affrontato anche a Palazzo Chigi, insieme ad altre delicate questioni di attualità.