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Giovanni Allevi: “Quando vado a fare la flebo di farmaco all’Istituto dei tumori di Milano tra noi malati ci si fa coraggio. L’aspetto psicologico è importante”

Il pianista e compositore ospite di "5 in Condotta" di Serena Bortone su Rai Radio2

di F. Q.
Giovanni Allevi: “Quando vado a fare la flebo di farmaco all’Istituto dei tumori di Milano tra noi malati ci si fa coraggio. L’aspetto psicologico è importante”

Giovanni Allevi, in collegamento telefonico con “5 in Condotta” su Rai Radio2, condotto da Serena Bortone assieme a Francesco Cundari, si è scusato per la sua assenza in studio: “Sono felicissimo, mi spiace di non essere lì con voi, ma oggi è giorno di visite, esami, flebo nel mio adoratissimo Istituto dei Tumori di Milano. E sono contento perché ogni volta che vado lì incontro anche gli altri pazienti, i loro familiari, ci abbracciamo, ci scambiamo due parole: vado sì a fare la flebo di farmaco, ma anche un’infusione di umanità, ed è bellissimo. Sento nel cuore una grande serenità che vorrei riportarvi”.

Un incontro comunque pieno di speranza: “Tra noi ci si fa coraggio anche perché l’aspetto psicologico è molto importante quando si affronta una malattia di questo tipo. Anche se non so se possa essere condivisibile da un punto di vista scientifico, penso che la mente possa avere un’influenza sul corpo”.

E infine ha spiegato cosa accade quando ricevi la terribile notizia del tumore: “Crollano tutte le maschere, che è quello che succede appena ricevi una diagnosi è un momento di buio. Ma poi si prova sollievo e si affaccia una scintilla di felicità, perché ricomincia la nostra vita autentica. Questa felicità può alzarsi di volume, come mi è successo oggi abbracciando gli altri pazienti all’Istituto. Ho pensato: ma che bella è questa vita? Voglio farmi attraversare dalla vita e vivere come se non ci fosse più un domani. Forse questa è la felicità”.

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