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“Ho perso il mio cane, un rifugio lo ha trovato ma quando sono andato a prenderlo me l’hanno ridato in un sacco di plastica. Lo hanno ammazzato”: la storia di John e del labrador Gunner

Il proprietario del labrador ha scoperto della morte del suo cane solo quando si è presentato al rifugio

di F. Q.
“Ho perso il mio cane, un rifugio lo ha trovato ma quando sono andato a prenderlo me l’hanno ridato in un sacco di plastica. Lo hanno ammazzato”: la storia di John e del labrador Gunner

Una storia triste quella che vede coinvolti una famiglia americana e il loro adoratissimo cane. I fatti: il labrador Gunner si perde. Il proprietario viene avvisato che l’animale è stato recuperato e portato in un rifugio. Arrivato lì, la tragica scoperta: il povero cane è stato soppresso e viene riconsegnato in un sacchetto di plastica, insieme alle ragioni di una scelta tanto drastica: “Era troppo vecchio”. È successo alla famiglia Gilcrease, residente a Dallas, in Texas, che ha denunciato la scomparsa di Gunner nei primi giorni di settembre. Il proprietario, John Gilcrease, ha guidato per diverse ore in cerca del suo amatissimo animale di 13 anni quando, all’improvviso, è arrivata la chiamata del rifugio in cui il suo Gunner era stato portato.

La famiglia, dunque, si è sentita rassicurata e John, spiega il quotidiano Dallas Observer, ha avvisato il rifugio che sarebbe passato la mattina successiva a ritirare il cane. Giunto lì, la scoperta: il suo amato Gunner era stato soppresso. Tra le motivazioni, si legge sul quotidiano locale, ci sarebbe quella legata all’anzianità del cane e anche all’incontinenza da cui era affetto: “Era geriatrico, con gravi difficoltà motorie e privo di controllo sulla vescica e sull’intestino”, spiegano a Gilcrease. Quando l’uomo ha chiesto di vedere il suo cane, il personale ha preso un sacco di plastica rosso da una cella frigorifera e l’ha consegnato all’uomo.

Ora Gilcrease chiede giustizia, anche perché non era stato avvisato. Il Denton County Animal Services, però, spiega di non sarebbe riuscito a raggiungere la famiglia Gilcrease – riporta Fox4news – perché “le email associate al microchip tornavano indietro e i numeri di telefono erano disconnessi”. Gunner, dunque, sarebbe rimasto sotto il controllo del rifugio gestito dalla città, ma le medicine che gli avevano somministrato non avrebbero avuto effetto: da qui sarebbe arrivata la “difficile decisione di procedere con la soppressione di Gunner il giorno successivo, in accordo con la nostra policy e con la qualità della vita come nostra priorità”.

Dura la replica di John, che dice di non essere d’accordo con quanto gli è stato riferito: “Il mio cane è stato recuperato da uno sconosciuto, portato in un posto sconosciuto e ucciso da un altro sconosciuto. E tutto questo senza di me al suo fianco, è questa la parte che mi spezza il cuore – denuncia, disperato, John -. Voglio che le regole vengano seguite. Voglio che le ordinanze vengano seguite, ma la situazione è questa: non lo sono”.

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