Navi con scorte di cibo, rifugi per la popolazione: il Libano si prepara alla guerra con Israele. Lo ha confermato il premier ad interim libanese, Najib Mikati, dopo una riunione della Commissione la gestione delle crisi e dei disastri, mentre il Paese dei Cedri ha vissuto un altro giorno di tensione, registrando ancora morti e feriti. Dopo i cercapersone dei miliziani di Hezbollah saltati in aria (causando 12 vittime e oltre 4mila feriti), una nuova ondata di esplosioni ha scosso il Libano: questa volta l’attacco ha riguardato radio e walkie-talkie.

Israele (come consuetudine per le operazioni all’estero) non ha rivendicato né disconosciuto esplicitamente gli attacchi a Beirut e nel resto del Paese, ma il primo ministro Benyamin Netanyahu – in un breve video – è stato chiaro: “I residenti del nord di Israele evacuati torneranno nelle loro case in sicurezza“. Cosa sta accadendo lo ha spiegato il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant: “Il centro di gravità si sta spostando verso nord attraverso il trasferimento di risorse e forze. Siamo all’inizio di una nuova fase del conflitto, questo richiede da noi coraggio e determinazione”, ha detto Gallant. Era ormai evidente da giorni che agli obiettivi di guerra di Israele si era aggiunta anche la volontà di neutralizzare le milizie sciite libanesi, alleate di Hamas e finanziate dall’Iran. Poco prima delle esplosioni in Libano l’emittente di Tel Aviv Channel 13 aveva riferito cheNetanyahu – in una discussione strategica con i responsabili della sicurezza – ha detto che l’obiettivo di Gerusalemme è quello di avviare un fronte di guerra con il Libano il prima possibile. E gli attacchi ai dispositivi elettronici delle ultime 48 ore hanno reso il clima sempre più incandescente.

“La brutalità di questo crimine non può essere espressa. Siamo in guerra, considerando ciò che vive il nostro popolo nel sud del Libano da 11 mesi”, ha commentato Mikati. Il ministro libanese dell’Ambiente, Nasser Yassin, ha affermato che in vista di un attacco di Israele stanno approntando rifugi per la popolazione e che ci sono un centinaio di scuole a disposizione. Quanto alle scorte di cibo, secondo Yassin “sono sufficienti per oltre tre mesi e una nave con 40mila tonnellate di cereali e farina sta per arrivare in Libano”. Nella riunione Yassin ha dichiarato: “Abbiamo presentato i possibili scenari in caso di attacchi israeliani diffusi”. Intanto Hezbollah minaccia Tel Aviv: “Questi attacchi saranno certamente puniti, ci sarà una vendetta sanguinosa“.

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