Zlatan Ibrahimovic è diventato vittima del suo personaggio. E anche i tifosi del Milan hanno perso la pazienza. Lo svedese è sempre stato egocentrico ed estroverso davanti alla telecamere: se da calciatore tutto era concesso, da dirigente la comunicazione non può essere la stessa. “Le mie assenze? Quando il leone va via, i gatti si avvicinano, quando il leone torna, i gatti spariscono. Il livello è basso…Lavoro dal primo giorno, sono stato fuori alcuni giorni per motivi personali”. Egoriferito e ripetitivo: anche se la carriera da calciatore è terminata, le metafore e le allusioni su chi debba essere il più forte continuano. Ma questa volta sono fuori luogo. Le dichiarazioni a Sky Sport nel prepartita di Milan-Liverpool sono la conferma di come Ibra non sia cambiato, e forse non vuole nemmeno pensare di farlo. I tifosi vogliono altro: soprattutto nella forma. Tante parole e pochi fatti: i rossoneri deludono anche in campo, non tanto per il risultato (1-3) quanto per l’atteggiamento. E San Siro contesta: “fuori i c******i”. Parola chiave “ridimensionare”.
Ibra risponde a Boban: “Io sono il boss”
Sulla carta è Senior Advisor della Proprietà e del Senior Management, ma lui si fa chiamare boss. “Il ruolo è semplice, perché tanti parlano: comando io, sono io il boss e tutti gli altri lavorano per me. Pure Boban – presente negli studi di Sky durante queste dichiarazioni – non ha capito il mio ruolo…Mi sto concentrando sul lavoro”. L’ex calciatore croato ha replicato, tra l’imbarazzo dello studio: “Nessuno l’ha capito per la verità, spero che l’abbia capito tu, perché nessuno ha capito né competenze, né responsabilità e né dove arriva la tua direzione, la parte tecnica, i giocatori, le scelte dell’allenatore. Ma adesso abbiamo sentito queste cose e abbiamo capito tutto“, ha chiuso ironicamente.
I tifosi hanno perso la pazienza
La comunicazione di Ibrahimovic ha stancato anche i tifosi e sui social non fanno mancare il loro disappunto: “Ve l’immaginate un Zanetti o un Maldini dire cose simili?”, e poi “Per fare il dirigente ci vuole serietà“, “Ibra è il boss a suo dire. Allora si prendesse la responsabilità di questo scempio“. La dialettica di Ibra era stata la sua forza, ora potrebbe essere la sua condanna. Il Milan in campo, per il momento, è come la sua dirigenza: poco credibile e in grande confusione.