Moda e Stile

Milano Fashion Week, Brunello Cucinelli: “Il 62% delle nostre collezioni è fatto a mano ma per i giovani fare l’operaio non è ‘figo’. Ridiamo dignità a questo mestiere”

Così l'imprenditore umbro presentando la nuova collezione Primavera-Estate 2025 della casa di moda di Solomeo: un inno alla bellezza, all'artigianato e alla sostenibilità

di Ilaria Mauri
Milano Fashion Week, Brunello Cucinelli: “Il 62% delle nostre collezioni è fatto a mano ma per i giovani fare l’operaio non è ‘figo’. Ridiamo dignità a questo mestiere”

“Il compito dell’uomo, soprattutto in questo momento, è quello di tramandare anziché distruggere”. Con queste parole, citando Confucio, Brunello Cucinelli ha presentato la sua nuova collezione Primavera-Estate 2025, un’ode all’eleganza rilassata e alla gioia di vivere, ispirata alle atmosfere vibranti della costa mediterranea e alla quiete del deserto. Incontrando la stampa nel suo quartier generale milanese in via Montebello, l’imprenditore umbro simbolo del lusso Made in Italy, annuncia con entusiasmo i dati positivi della campagna vendite per il 2025 appena conclusa e invita il settore a “tornare a vivere secondo misura” dopo gli anni di crescita esponenziale.

La nuova collezione della casa di moda di Solomeo è un inno alla gioia di vivere e a quell’eleganza rilassata che ha reso iconico il marchio, ispirata alle atmosfere contrastanti ma complementari della costa mediterranea e del deserto. Un “grand tour contemporaneo” che fonde lo charme raffinato delle riviere con le suggestioni misteriose delle dune, tra suggestioni ed echi di luoghi lontani. I due poli estremi del viaggio si toccano per disegnare un’unica e armonica mappa stilistica: la verve e la gioia di vivere dei luoghi di mare si compenetrano con l’atmosfera affascinante, immersiva e silenziosa del deserto. Ci sono le giacche sahariane, i tailleur di lino e seta, i bermuda, i completi preziosi e le gonne morbide. La palette cromatica spazia dall’azzurro Oxford al rosso polveroso, dalle righe marinière ai toni neutri del sabbia, del panama, del marrone e dell’avorio. I tessuti pregiati, come il seersucker croccante e l’organza di cotone prendono vita nelle sapienti mani delle ricamatrici del brand e danno vita a maglie couture in macramé, con frange di paillettes, inserti di cristallo e gessature ricamate. “Ad oggi il 62% delle collezioni uomo e donna sono fatte a mano“, sottolinea con orgoglio Cucinelli ribadendo l’importanza della sostenibilità culturale e tecnologica, ma soprattutto la necessità di “ridare dignità morale ed economica al lavoro”.

“Siamo i più grandi manifatturieri al mondo, come faremo ad andare avanti senza ridare dignità morale ed economica al lavoro?“, si chiede l’imprenditore. Nella sua azienda, “dopo le 17.30 non sei connesso” e “l’operaio guadagna il 12% in più dell’impiegato con tutti i benefit”, nel tentativo di attrarre i giovani verso queste professioni. “I giovani sono interessati e appassionati, è emozionante vederli imparare dalle nostre sarte. Purtroppo però sono pochi coloro che scelgono questo mestiere: non fa ‘figo’ dire ‘faccio l’operaio’. Si vergognano, perché la manifattura è ancora vista come un lavoro umile, sporco”, chiosa Cucinelli. Da qui l’appello a colleghi e governanti: “Con l’1% dei profitti possiamo cambiare la situazione degli operai e salvare la nostra manifattura”. Non si può infatti continuare, sottolinea Cucinelli, ad ignorare il problema della mancanza di manodopera specializzata nel comparto manifatturiero, che attualmente conta 500 mila richieste di lavoro inevase. “Rivedere le condizioni dell’essere umano al lavoro” è la chiave per abbassare ulteriormente il tasso di disoccupazione nel nostro Paese e garantire un futuro prospero per il Made in Italy, conclude l’imprenditore umbro che si prepara a volare in Cina per parlare “del valore dei nostri prodotti”.

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