Il G7, tra cessi e canzonette. Palazzo Reale è pronto ad accogliere il Summit mondiale della Cultura. L’organizzazione scalda i motori. Hanno pensato proprio a tutto. Ops, ma cosa ci fa quella fila interminabile di gabinetti che corona il perimetro di piazza Plebiscito, 25mila metri quadrati, fra le più belle del mondo?
Il suo tratto identitario è unico, tra Palazzo Reale, Teatro San Carlo e la Basilica Reale Pontificia incastonata nel colonnato che chiamano il Mini Vaticano. Ai ministri della Cultura dei governi dei 7 Grandi – si presume uomini con una certa sensibilità alla bellezza – invece gli facciamo trovare il nostro gioiello trasformato in una specie di cloaca a cielo aperto. Chi li accompagnerà nel mini tour li farà passare per una riedizione moderna degli antichi vespasiani, piccoli tempietti che conferivano una aria dignitosa alle esigenze più impellenti.
Immaginiamo adesso che uno dei super ministri voglia allungarsi fino a sotto il magnificente porticato lo troverà per metà invaso da cartoni di poveracci e da odore nauseabondo. Immaginiamoci adesso che uno dei Magnifici Sette voglia fare conoscenza del Sovrintendente, la cui sola abilità è quella di sovrintendere la sua poltrona, anziché occuparsi della tutela del patrimonio architettonico. Se uno dei magnifici Sette, un po’ più puntiglioso degli altri, si va a leggere – come sta facendo la sottoscritta – come si fa a diventare Patrimonio Unesco (il centro storico di Napoli, il più grande d’Europa, di cui Piazza Plebiscito è il suo fulcro lo è dal 1995) capirà che pur essendoci le premesse sono venuti meno: i requisiti di integrità, autenticità e condizioni di conservazione; gli strumenti di tutela (riporto testualmente).
In corso gli ammazza/timpani concerti, anzi doppio concerto, dei Co’ Sang, stasera e domani (tutto sold out per i pionieri del rap napoletano, dicono) che dovrebbero giustificare l’immondo cerchio dei gabinetti intorno alla Piazza. Un loro hit su Tik Tok “Perdre ‘a capa”, come quelli del Comune che, come Giuda, per trenta danari perdono la testa, ma non perdono lo scuorno (la vergogna).
L’avvocato Giuseppe Russo, studio legale in zona, ha chiesto al Comune accesso alle carte “riservate” per studiarsi il caso: chi e come decide di chiudere la piazza? L’iter burocratico è lungo e tortuoso, alla fine la Piazza si chiude da sola.
Piazza del Plebiscito ancora una volta blindata (insieme ai malcapitati residenti di un intero quartiere) per il G7 della Cultura che si terrà da giovedì (19, 20 e 21 settembre). Il debutto del Summit coincide con i festeggiamenti di San Gennaro. Il grumo di sangue atterrito da questo fracasso annunciato si dichiara non disponibile. Tié. Glielo dite voi agli strimpellanti Co’Sang.
Januaria Piromallo è autrice di “Napoli, Ti Odio! Svegliatevi ci prendono per i fondelli”