Niente banda municipale per Emanuele Filiberto di Savoia, ultimo discendente della fu casa reale d’Italia. La decisione è del Comune di Aosta che ha risposto così a una richiesta inoltrata da Giovanni Gilardini, consigliere d’opposizione e delegato per la Valle d’Aosta “degli ordini dinastici della Real casa di Savoia”. La presenza dei musicisti era stata richiesta per un appuntamento del fine settimana, quando è in programma la consegna delle stele restaurate dell’ingresso dell’ospedale “Parini”. I monarchici per l’occasione hanno avviato una raccolta a favore della scuola musicale dell’Associazione bandistica di Aosta. Il Comune ha ringraziato per le donazioni ma ha negato la presenza di banda e stemma araldico della città all’iniziativa. “Leggo che il signore, o il consigliere, non so in quale veste, Girardini, solleva una questione politica relativa (pare, edit) al diniego di utilizzo della Banda musicale municipale della Città di Aosta per accogliere, e cito testualmente, opportunamente tra virgolette, ‘S.A.R. Il Principe Emanuele Filiberto'” scrive sui social non senza ironia l’assessore Samuele Tedesco, eletto con Progetto civico progressista che riunisce molte liste del centrosinistra (dal Pd a Europa Verde a movimenti locali). “La banda – continua Tedesco – è, nelle sue uscite, a tutti gli effetti l’amministrazione comunale -. La presenza della banda musicale municipale, così posta, in un evento che richiama titoli monarchici, non rispecchia i valori della nostra comunità. Per me, dunque, nessuna discussione politica. La discussione è finita nel 1946“. E’ l’anno del referendum istituzionale che cambiò la forma dello Stato italiano, da monarchia a repubblica.
Girardini da parte sua si è lamentato: dice che c’è chi “cerca di boicottare l’iniziativa, questa come altre. Beh, quel qualcuno non mi conosce e forse non sa che prima che io desista insieme alle mie consorelle a ai miei confratelli passerà molta acqua sotto i ponti. Capisco gli scontri in politica, i confronti anche animati, ma la carità e la solidarietà non hanno bandiere bianche, rosse o azzurre (per dirla con i colori dei fazzoletti partigiani); è solidarietà e basta. Quindi… avanti tutta! Come direbbe san Giuseppe Cottolengo ‘l’amore di Cristo ci spinge!'”.