Gli interventi di Giorgia Meloni e di Ignazio La Russa contro i magistrati nel processo Open Arms a Matteo Salvini? Queste sono cose, se non scandalose, davvero inimmaginabili. Questi devono rispondere solo a una domanda: ma le leggi e i tribunali che le applicano devono esistere solo per i rubagalline, per la zingara incinta che prende il portafoglio, per il lavoratore licenziato che blocca una strada? O valgono anche per i ministri, i politici e i colletti bianchi?”. Sono le parole di Pier Luigi Bersani che a Dimartedì (La7) commenta il processo Open Arms, nel quale il leader della Lega Matteo Salvini è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, aggiungendo: “Il governo Meloni deve mettersi in testa questa cosa qui: ci sono delle leggi che comportano dei reati. Lo vede anche un bambino che lì c’è un’ipotesi di reato e che il tribunale deciderà”.

Bersani sottolinea: “Leggi e reati a parte, è ributtante che un ministro faccia il gradasso sulla pelle di 150 persone con 30 bambini che rischiano la vita e dica pure che ha difeso i confini. Ma cosa era, lo sbarco in Normandia? No, erano 150 disgraziati. Ma quale atto politico, quello è buttare via l’umanità per fare un tweet”.

Il conduttore Giovanni Floris fa notare che la destra ha un bacino elettorale che include anche “i poveri cristi”. E l’ex ministro risponde: “Siccome, secondo me, anche gli elettori di destra sono brava gente, io devo far loro capire che possono avere anche le loro idee, ma quelle persone vanno prima salvate, perché altrimenti dobbiamo concludere che l’umanità è morta”.
E sulla comunicazione politica di Salvini e della destra osserva: “Giocano sull’esasperazione, incoraggiano i sentimenti negativi. Diciamo che ci sono degli osti che danno da bere agli ubriachi. Ma bisogna combattere queste cose”.

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Open arms, il discorso di Salvini è di ultradestra. E la sinistra non deve cercare di assomigliargli

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