Circa cento droni d’attacco ucraini hanno distrutto in arsenale di missili e proiettili di artiglieria dell’esercito russo. L’operazione del Servizio di sicurezza di Kiev (Sbu), dall’intelligence militare Gur e dalle forze speciali ha colpito nella notte un importante deposito di munizioni a Toropets, nel distretto russo di Tver. Una zona che si trova a quasi 500 chilometri dal confine con l’Ucraina e a circa a circa 400 km a nord-ovest di Mosca.

L’attacco ha innescato una serie di violenti esplosioni, registrate anche dai centri per il rilevamento dei terremoti, e un incendio ha interessato un’area di almeno sei chilometri di ampiezza. Sono 13 le persone ferite, secondo quanto dichiarato dal ministero della Salute di Mosca, mentre il governatore della regione, Igor Rudenya, ha annunciato una “evacuazione parziale” dei civili vicino al sito.

Secondo i media ucraini il deposito russo era usato per immagazzinare missili Iskander, missili tattici Tochka-U, bombe a guida aerea Kab e munizioni di artiglieria. Tra il materiale bellico distrutto nell’attacco vi sarebbero anche missili balistici a corto raggio KN-23 della Corea del Nord: lo ha dichiarato ad Associated Press un funzionario dell’Ufficio d’intelligence dell’Ucraina. Lo scorso giugno la Russia e la Corea del Nord hanno firmato un patto che prevedeva la reciproca assistenza militare tra Mosca e Pyongyang.

Un attacco – realizzato con droni di fabbricazione ucraina, precisa una fonte del governo di Kiev a Rbc Ucraina – che arriva proprio mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a fare pressione agli Stati occidentali per ottenere il via libera per utilizzare le armi fornite per colpire obiettivi all’interno del suolo russo. Tra l’altro, giovedì il Parlamento europeo è chiamato a votare una nuova risoluzione finalizzata a “revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali consegnati all’Ucraina”. Un testo presentato dai gruppi europei dei Popolari, Liberali e Socialisti.

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