Nuova cassa integrazione anche ad Atessa e Termoli. Dopo Mirafiori Stellantis ferma altri due impianti a causa della mancanza di ordini. Questa volta toccherà allo stabilimento in provincia di Chieti, l’unico ad aver fatto segnare un importante segno “più” nella produzione del primo semestre con i veicoli commerciali, e quello molisano, dove si producono i motori Fire in attesa che si concretizzi l’investimento nella gigafactory, già sospesa da mesi. Gli operai di Atessa saranno in cassa integrazione ordinaria dal 14 al 27 ottobre, mentre quelli di Termoli dal 14 al 20 dello stesso mese.

Per Atessa, sostiene il gruppo, la misura si è resa necessaria da situazioni congiunturali legate alla mancanza di ordini in relazione al rallentamento del mercato europeo dei veicoli commerciali nel primo semestre dell’anno e che non ha ancora assorbito qualche piccolo segnale positivo arrivato nei successivi mesi estivi. Anche per Termoli la causa è legata all’andamento del mercato, in questo caso delle vetture: le casse integrazioni che sono attuate negli stabilimenti produttivi hanno, ovviamente, un riflesso anche negli ordini dei motori.

Nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori di Atessa hanno mostrato forte preoccupazione per la situazione di Stellantis, tanto che le segreterie di Fim, Fiom e Uilm, unitamente alla Rsa di fabbrica, avevano espresso la volontà di intraprendere un percorso condiviso a tutela del territorio che sta vivendo una crisi industriale importante legata alla produzione del Ducato, con diverse aziende dell’indotto in difficoltà.

La crisi di Stellantis sta colpendo tutti gli stabilimenti italiani. Mirafiori ha chiuso per un mese subito dopo il rientro dalle ferie e anche altri siti, come Pomigliano d’Arco, stanno facendo cassa integrazione. In difficoltà anche la fabbrica di Cassino, per la quale si è mosso il presidente della Provincia di Frosinone, Luca Di Stefano, inviando una lettera al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso esprimendo forte preoccupazione per la crisi del sito dove si producono le Alfa Romeo Giulia e Stelvio, oltre alla Maserati Grecale.

Di Stefano ha chiesto un intervento per salvaguardare i livelli occupazionali. Il riassetto del comparto ha già portato ad una riduzione dei dipendenti Stellantis e sta condizionando anche l’indotto e le aziende collegate. Nelle ore scorse è stato confermato che con ogni probabilità si scioglierà il consorzio Fca Security che garantisce la sorveglianza e l’antincendio. Nel solo stabilimento di Cassino perderebbero il posto una settantina di lavoratori: 40 sorveglianti, 23 vigili del fuoco e 7 capoturno. Nell’ultimo anno una decina di posti erano già saltati attraverso gli esodi incentivati.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

L’importanza della salute mentale nell’ambiente di lavoro: la sfida è epocale

next
Articolo Successivo

Crisi dell’auto, De Palma (Fiom): ‘Colpa della transizione ecologica? Dal 1999 al 2022 perso il 66% della produzione e non c’era ancora il green’

next