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Ucraina, nuova risoluzione al Parlamento Ue per dare il via libera all’uso di armi sul suolo russo. Fdi, Lega e Fi verso il no: il Pd valuta

“Il Parlamento europeo invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali consegnati all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo“. È questa la risoluzione congiunta presentata dai partiti della “maggioranza Ursula” che andrà al voto giovedì. I gruppi europei dei Popolari, Liberali e Socialisti, vogliono che venga dato il […]

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“Il Parlamento europeo invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali consegnati all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo“. È questa la risoluzione congiunta presentata dai partiti della “maggioranza Ursula” che andrà al voto giovedì. I gruppi europei dei Popolari, Liberali e Socialisti, vogliono che venga dato il via libera a Kiev di attaccare direttamente il suolo russo con le armi fornite dell’Europa, sottolineando che queste restrizioni “ostacolano la capacità dell’Ucraina di esercitare pienamente il proprio diritto all’autodifesa secondo il diritto pubblico internazionale e lasciano l’Ucraina esposta ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture”. Le pressioni di Usa e Gran Bretagna arrivano pertanto alle famiglie politiche europee. Ma adesso la palla passa alle delegazioni nazionali che dovranno prendere una decisione, non obbligatoriamente in linea con quella dei gruppi Ue.

Ma come si comporteranno i partiti italiani? “Questa autorizzazione oggi non è in discussione”, ha detto Giorgia Meloni lunedì scorso. Fratelli d’Italia fa parte del gruppo europeo di Ecr e non fa parte dei firmatari della risoluzione. Ma i partiti del governo italiano hanno una posizione ambigua sulla vicenda: ne è la dimostrazione il caso del comunicato congiunto diffuso dalla Lega dopo il vertice di maggioranza di fine agosto a Palazzo Chigi, con la frase “contrari a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini” sparita dal testo ufficiale. Anche il vicepremier e leader di Forza Italia (membro del Ppe) ha ribadito solo pochi giorni fa la contrarietà a dare la possibilità a Kiev di usare le armi italiane per colpire il territorio russo. Ma nel precedete voto al Parlamento europeo dei primi di luglio, gli europarlamentari azzurri hanno già espresso parere favorevole anche riguardo all’eliminazione delle limitazioni ai raid in Russia. Sul punto Fratelli d’Italia si era astenuto approvando però l’intera risoluzione, come fatto anche da Forza Italia. A votare contro solo la Lega: tre voti diversi per tre partiti diversi, ma alleati di governo.

Intanto trapela che sono in corso negoziati nelle delegazioni italiane all’Eurocamera sulla posizione da prendere. Stando a fonti parlamentari, le delegazioni della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia sarebbero intenzionate a votare contro il punto che apre all’uso delle armi europee in territorio russo. Contrari al via libera all’uso delle armi in Russia anche gli eurodeputati del Movimento 5 stelle. Trattative ancora in corso anche nella delegazione Pd, con Zingaretti che cerca una mediazione.

Il Partito democratico (che fa parte della famiglia europea di S&D), a luglio, aveva dato il proprio appoggio alla risoluzione finale dell’Eurocamera (salvo i casi di Cecilia Strada e Marco Tarquinio che si erano astenuti), ma sull’utilizzo delle armi occidentali in Russia ha messo dei paletti: tutti, tranne Gualmini e Picierno che si sono astenute, si sono dichiarati contrari. “Il Pd ha contestato duramente a questo governo la mancanza di una iniziativa per uno sforzo diplomatico, di non aver fatto abbastanza”, ma sulla prudenza dell’Italia rispetto all’uso delle armi in territorio russo “non mi sento di criticarlo” perchè l’Ucraina “va sostenuta nella sua autodifesa, attenzione però a non fare atti che possono portare direttamente l’Ue in conflitto con la Russia“, aveva dichiarato il 31 agosto la segretaria dem Elly Schlein. Bisognerà vedere adesso – dopo le pressioni di Usa e Uk e i nuovi appelli di Zelensky – se e come cambierà anche la posizione del Pd.

Stesso discorso vale ovviamente per gli altri Stati. Solo pochi giorni fa, ad esempio, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito che la Germania non permetterà all’Ucraina di lanciare attacchi con armi da loro donate nel territorio russo “anche se altri paesi decideranno diversamente”. Durante un discorso pubblico a Prenzlau nel Brandeburgo, Scholz ha assicurato che la Germania “continuerà a sostenere militarmente l’Ucraina” in modo che il paese “non crolli” ma ha sottolineato che rimarrà contrario all’idea che Kiev utilizzi armi a lungo raggio tedesche per attaccare obiettivi in Russia: “Resto fermo sulla mia posizione, anche se altri paesi decidono diversamente”, ha affermato il cancelliere tedesco membro del Partito Socialdemocratico di Germania che fa parte della famiglia europea dei Socialisti (S&D).