Come prevedibile le indagini per la morte di Chiara Jaconis, la turista padovana di 30 anni colpita e ucciso dal frammento di una pesante statua lanciata a Napoli, ha portato alle iscrizioni nel registro degli indagati. Si tratta – come riportano Corriere e Repubblica – dei genitori del bambino che avrebbe lanciato il pesante oggetto che si è infranto su un balcone: uno dei pezzi ha centrato la giovane donna colpita alla testa domenica scorsa e deceduta dopo due giorni di agonia. I pm Ciro Capasso, Raffaele Barela e Vincenzo Piscitelli vogliono accertare quanto avvenuto in quella casa di via Santa Teresella degli Spagnoli. Presente in casa anche una baby sitter.

Gli indagati – Gli indagati avrebbero comunque negato un loro coinvolgimento nella vicenda, affermando di non aver “mai visto” quella statuetta di pietra dal peso di circa due chili. Un oggetto che, secondo gli investigatori, si trovava in casa e che potrebbe essere stato portato fuori da uno dei bambini presenti. La Procura ha delegato alla squadra mobile un’attività di ispezione e perquisizione dell’abitazione. Al momento il reato viene configurato “per aver provocato ovvero non aver impedito il getto o la caduta” della statuetta, quella che tecnicamente è una culpa in vigilando. Il fascicolo è stato aperto per omicidio colposo. Nell’abitazione al momento della tragedia era presente la coppia indagata, due professionisti senza alcun precedente, e i loro due bambini.

La perquisizione – Durante la perquisizione eseguita nell’abitazione da dove sarebbe stata lasciata cadere la statuina (ritraente il volto di un faraone, verosimilmente un souvenir di viaggio, ce n’erano diversi in casa) sono stati prelevati i cellulari e i computer presenti. L’oggetto che provocato le ferite mortali al capo di Chiara Jaconis, durante la caduta, si è infranto sul balcone sottostante sul quale ne sono stati riscontrati e sequestrati alcuni frammenti. Sul balcone anche i segni dell’impatto. I restanti pezzi sono stati rinvenuti e repertati in strada, nelle immediate vicinanze del luogo dove Chiara si è accasciata.

Secondo quanto si è appreso, le perquisizioni iniziate nel tardo pomeriggio di ieri si sono protratte fino alle prime ore del mattino: la coppia di professionisti, mostratasi parecchio addolorata per quanto accaduto a pochi passi da casa loro, ha più volte negato che l’oggetto precipitato sia di loro proprietà. L’imputazione formulata a carico degli indagati, sottolinea la Procura, “è da ritenersi ovviamente provvisoria e a garanzia degli indagati stessi per le attività irripetibili da compiersi” ovvero l’autopsia sul corpo della donna. Nessuno degli inquilini del palazzo ha fin qui riconosciuto la statuina e appunto neanche la famiglia che abita nell’appartamento dal quale si ipotizza che l’oggetto sia caduto.

Altre cadute – Secondo le testimonianze raccolte dalla Polizia di Stato e dalla Procura di Napoli che stanno indagando sulla morte della turista padovana Chiara Jaconis, già in altre occasioni erano piovuti dall’abitazione coinvolta nella vicenda vari oggetti che però non avevano mai determinato gravi conseguenze.

La fiaccolata – Nelle stesse centinaia di fiaccole hanno attraversato i Quartieri Spagnoli e al corteo hanno partecipato il padre e la sorella della vittima. “Dovunque andava seminava bellezza, su tutto” ha detto Gianfranco Jaconis. Intanto è stata aperta una seconda inchiesta per la diffusione del video dell’incidente. Su delega della Procura di Napoli è stato acquisito dalla Polizia: nelle immagini si vede il momento in cui la statuetta colpisce la 30enne.

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