Arrestato lo scorso giugno per produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale, la Procura di Milano ha chiesto il processo con rito immediato, col quale si salta la fase dell’udienza preliminare, per l’ormai ex conduttore radiofonico Andrea Piscina, 25 anni. Secondo l’accusa, su piattaforme social, si presentava con falsi nomi come “Alessia”, “Anna” e “Sara” e adescava minorenni. Sui dispositivi del giovane, che era pure allenatore in una polisportiva, nelle indagini del pm Giovanni Tarzia e del Nucleo specializzato sui crimini informatici della Polizia locale di Milano, erano state trovate oltre mille immagini riconducibili a bambini e ragazzi di età compresa tra i 9 e i 14 anni.
A dare il via all’indagine era stata una denuncia presentata nell’estate del 2023 dalla madre di un ragazzino che frequentava la polisportiva. Nella prima fase dell’inchiesta erano state individuate subito due vittime, anche se le immagini al vaglio, poi, erano centinaia e centinaia, e nel successivo lavoro investigativo gli inquirenti hanno identificato altri due minori, che sarebbero stati adescati attraverso la sua attività nella polisportiva. Per le imputazioni della misura cautelare (il 25enne è ancora in carcere) il pm ha chiesto il cosiddetto “immediato cautelare”, mentre per le due nuove imputazioni, che riguardano gli altri due minorenni, la Procura ha chiesto per Piscina, difeso dall’avvocata Valentina Di Maro, l’immediato cosiddetto “ordinario”. Sulle istanze di immediato dovrà decidere il gip Tiziana Landoni fissando la data del processo.
Piscina si era avvalso della facoltà di non rispondere, davanti alla gip Ileana Ramundo, dopo l’arresto e, poi, anche nelle successive indagini, interrogato dal pm, ha deciso di non rispondere alle contestazioni. Stando alle indagini, molti minorenni sarebbero stati contattati sulle piattaforme Instagram e Omegle, tra il settembre del 2021 e il giugno del 2023, dal 25enne, il quale si serviva dei falsi nomi “Alessia”, “Anna” e “Sara” per indurli a compiere atti sessuali nel corso di chat e videochiamate che, da quanto accertato, avrebbe poi registrato.
Il conduttore radiofonico era già stato perquisito, prima dell’arresto, dagli investigatori e sarebbe riuscito a cancellare, prima di finire in carcere appunto, tutte le chat e le tracce delle videochiamate. Immagini che, però, sono state recuperate col lavoro del Nucleo specializzato della Polizia locale. Lavoro che ha portato all’ordinanza cautelare.
Piscina conduceva un programma su Rtl 102.5. L’emittente aveva fatto sapere di avere appreso “con incredulità e sgomento” la notizia dell’arresto. La dirigenza della radio “non era a conoscenza dell’indagine in corso” e aveva subito deciso “di sospendere in via cautelativa” il conduttore “da ogni attività legata all’emittente”.