Vietare i Pfas? Macchè, meglio non pensarci, danneggerebbe l’economia e la competitività economica europea, persino nella ricerca dell’energia pulita. Ridotto all’essenziale, è questo il ragionamento contenuto nel rapporto redatto dal gruppo di lavoro di Mario Draghi, per incarico di Ursula von der Leyen, e riferito alle micidiali sostanze perfluoroalchiliche. Le chiamano gli “inquinanti perenni” per la loro caratteristica di essere difficilmente smaltibili dall’organismo umano, una volta che siano state ingerite attraverso l‘acqua o gli alimenti, eppure la relazione ne ha negato la sostituibilità, almeno nel breve periodo. La posizione di Draghi ha provocato la reazione preoccupata e indignata della galassia ambientalista, che si sta battendo da anni per ottenere che i Pfas vengano messi al bando dall’industria, proprio a causa dei gravi danni che causano all’organismo. Se l’obiettivo “Pfas zero” è un punto d’arrivo incerto di un lungo processo, ammettere l’ineluttabilità di un loro utilizzo per creare energia pulita è sembrata una specie di eresia.

“LEGGI OSTACOLO ALL’INDUSTRIA” – Quasi un terzo del Rapporto di 328 pagine è dedicato alla decarbonizzazione e al ruolo centrale del settore energetico per la competitività europea, soprattutto alla luce del confronto con Usa e Cina. I Pfas sono utilizzati in numerosi settori dell’industria, come ha dimostrato l’inquinamento causato in Veneto dalla Miteni di Trissino (processo in corso) che ha interessato la falda sotterranea, gli acquedotti nelle province di Vicenza, Padova e Verona, coinvolgendo 350mila persone che per anni hanno bevuto l’acqua contenente le sostanze.

“Il quadro non è sempre allineato alle esigenze della politica industriale dell’UE in materia di tecnologie pulite” è il titolo di un capitolo del piano. Vi è scritto che le leggi possono “creare barriere e incertezze per gli investimenti nel settore manifatturiero. Ad esempio, i produttori europei di batterie, elettrolizzatori e refrigeranti per pompe di calore incontrano ostacoli agli investimenti legati all’incertezza relativa alle sostanze autorizzate per l’uso nel mercato dell’UE”. Qui entrano in gioco i Pfas. “Il processo per limitare l’uso di sostanze chimiche ai sensi del Regolamento sulla registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche (REACH) autorizza l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ad adattare i limiti e imporre divieti in qualsiasi momento. Un possibile divieto imminente su una serie di sostanze PFAS avrebbe un impatto sull’uso di sostanze necessarie per produrre tecnologie pulite (batterie ed elettrolizzatori), per le quali attualmente non esistono alternative”. Il divieto di utilizzare Pfas, inoltre, “potrebbe colpire l’industria europea dei refrigeranti utilizzati nelle pompe di calore, in un momento in cui i produttori europei stanno adattando le loro linee di produzione a causa dell’avvicinarsi dell’eliminazione dei refrigeranti sintetici”.

“LEI È CONFUSO E POCO INFORMATO” – Il riferimento alla mancanza di alternative ha indotto le Mamme No Pfas, un movimento attivo in Veneto, a scrivere una lettera all’ex premier. “Gentile dottor Mario Draghi, come mamme no Pfas del Veneto, Piemonte, Toscana, Lombardia, Lazio e dell’intera Italia, vogliamo esprimere la nostra preoccupazione e delusione, ci sentiamo scoraggiate e inascoltate. Lei parla di transizione ecologica e di impossibilità di sostituzione dei Pfas in questo processo. Abbiamo l’impressione che Lei sia poco informato e confuso”. Spiegano che le molecole Pfas “sono cancerogene, indistruttibili e purtroppo per tanti anni disperse ovunque: bevendo e mangiando si sono accumulate nel nostro corpo ammalandolo”. Aggiungono “Noi e i nostri figli abbiamo i Pfas nel sangue e purtroppo ne stiamo pagando le conseguenze. È preziosa la Sua vita quanto quella dei Nostri figli e del loro futuro. Se è vero che voleva fare il nonno questa sua posizione non aiuterà i suoi cari Nipotini che sono esposti ad un inquinate subdolo, pericoloso che non risparmia nessuno”. Alla fine, chiedono a Draghi di “riflettere, avere coraggio e fiducia in una Vera Ecologia Integrale. Ha una grande responsabilità. Il suo ruolo può cambiare il futuro dei bambini italiani e di tutto il mondo”.

“AZZERIAMO I PFAS” – In modo meno emozionale si sono espressi i Medici per l’ambiente (Isde), la rete europea ambientalista riunita nell’European environmental bureau e Health and environmental alliance (Heal), preoccupati per le decisioni future della Commissione guidata da Ursula von der Leyen. La competitività non può essere un obiettivo fine a sé stesso, ma deve servire per il benessere delle persone. “I decisori europei proteggano la salute dei cittadini – scrivono – Bisogna sostenere la proposta di restrizione dei Pfas in Ue e fissare limiti di tempo chiari per le deroghe. Siamo d’accordo con Draghi sulla necessità di investimenti pubblici e innovazione per accelerare la transizione ecologica, che farà diminuire il costo dell’energia e renderà le nostre economie più resilienti, ma l’affermazione che non esistano alternative è fuorviante”. Divergono con l’ex premier sull’obiettivo finale: “Il vero margine europeo di competitività sta nel guidare una trasformazione globale, che comprende l’eliminazione di sostanze tossiche e dell’inquinamento, e il ripristino della natura. L’obiettivo non è essere competitivi in sé, ma per proteggere il pianeta e le persone”. Le previsioni sono fosche: “Se non saranno introdotte restrizioni, circa 4,4 milioni di tonnellate di Pfas finiranno nell’ambiente nei prossimi trent’anni”.

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