Uno sciopero non per creare disagio ai pazienti, ma per chiedere attenzione da parte delle istituzioni. I medici della clinica Humanitas di Rozzano (Milano) attendono da 19 anni un rinnovo contrattuale più volte auspicato, ma mai concretizzatosi, per cui incroceranno le braccia venerdì 20 settembre perché stanchi di promesse e di una condizione che li discrimina rispetto ai colleghi della sanità pubblica. A promuovere lo sciopero è la Cimop (Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata) che richiama anche il governo, impegnato nella stesura della manovra, ad una maggiore attenzione.

Dopo alcuni incontri con la proprietà nella scorsa primavera, Humanitas aveva deciso di rimandare a settembre il confronto, spiega il sindacato guidato dalla dottoressa Carmela De Rango, al secondo mandato, ma proprio un mese dopo l’ultimo incontro della Rsm Cimop con i vertici di Humanitas, in presenza di Assolombarda, si era stabilito di fissare un secondo incontro prima dell’estate, proprio al fine di dare concretezza alle richieste della Rsm relative al rinnovo contrattuale. Ciò però non si è realizzato.

“Scioperiamo – spiegano dalla Rsm Cimop Humanitas Stefania Cantoni, Silvia Malossini, Oreste Montino – perché pagare uno stesso medico che compie le stesse attività per il Ssn con salari che differiscono dal 30% al 60% in meno è sfruttamento della professione medica”. Secondo la dottoressa Carmela De Rango, Segretario Nazionale della Cimop, la protesta rientra all’interno della più ampia battaglia portata avanti dal sindacato nei confronti delle aziende che si rifiutano di trattare per riconoscere adeguati contratti, un corretto inquadramento e una giusta retribuzione ai professionisti della sanità: “Come Cimop ci battiamo da anni perché siano riconosciuti i meriti contrattuali a lavoratori del settore privato che sono oggetto di una vera e propria vessazione: ci chiamavano angeli durante il Covid, mentre poi quando si tratta di rinnovare il contratto voltano la testa dall’altro lato. Ricordo che i datori di lavoro hanno ricevuto fondi dedicati dalla scorsa legge di bilancio al fine di ridurre i tempi di attesa, ma al contempo quei denari non sono stati usati per i lavoratori, che sono le vere vittime di questo quadro”.

“Inoltre – prosegue la dottoressa De Rango – si legge che il governo potrebbe detassare al 15% parte dello stipendio, nell’ambito di un primo segnale al personale sanitario, grazie alla flat tax al 15% sull’indennità di specificità. Bene, penserebbe qualcuno, salvo poi scoprire che il governo non ha incluso nell’ipotesi di tale misura anche i medici che lavorano per il Ssn nelle strutture private. Per cui da 20 anni i professionisti della sanità privata continuano a vedere calpestata la loro dignità. Cimop dice basta”, conclude.

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