L'artista celebrerà il 29 settembre 2024 all’Arena di Verona il 50esimo anniversario dell’album “Anima”, contenente “Bella senz’anima” e “Quando finisce un amore”
Ascoltare Riccardo Cocciante è come sfogliare non solo il libro dei ricordi della musica italiana, ma anche l’enciclopedia dell’arte pura. Una vita ricca di aneddoti, ricordi, ma anche di esperienze di vita preziosissime che dovrebbero essere tramandate di generazione in generazione. Abbiamo incontrato, in un hotel in centro a Milano, l’artista in occasione del prossimo evento unico che si terrà il prossimo 29 settembre all’Arena di Verona per il 50esimo anniversario dell’album “Anima”, contenente canzoni storiche come “Bella senz’anima” e “Quando finisce un amore”.
“In questo concerto non voglio basare tutto sull’orchestra – ha raccontato -. Voglio fare un passo indietro, come facevamo agli inizi della nostra carriera con le canzoni suonate, un po’ rock, con tante chitarre. Voglio tornare all’essenzialità pop-rock”. Una vita come autore, arrangiatore, cantautore e musicista a tutto tondo. Tutte peculiarità non riconosciute in Italia. “Trovo deplorevole che nel nostro Paese non ci sia una manifestazione Grammy, con una Academy ad assegnare i premi a tutte le categorie coinvolte nell’ambito musicale. Ci sono i Nastri d’argento e i David di Donatello per il cinema, ma per la musica nulla. Il Festival di Sanremo? No, quello è un concorso canoro che è un’altra cosa”.