L’attacco della presidente del Consiglio e del governo nei confronti dei magistrati della Procura di Palermo non solo denota la totale assenza di senso istituzionale degli eredi politici di Mussolini, ma anche la postura politicamente eversiva che connota il loro pensiero e il loro agire. La magistratura autonoma, indipendente e coraggiosa rappresenta un pericolo per questo governo e per questa maggioranza che non tollerano controlli di legalità e sono contaminati fino al midollo della questione morale.
Non che dall’altra parte si brilli per etica pubblica, però di questi tempi è la destra che governa e diventa giorno dopo giorno sempre più pericolosa. Non tanto per il disastro istituzionale rappresentato dalle condotte inqualificabili dei vari Sgarbi, Santanchè, Delmastro, Lollobrigida, Sangiuliano, La Russa, Salvini e chi più ne ha più ne metta, ma per le picconate politiche e istituzionali inferte allo stato di diritto e alla Costituzione.
La magistratura è l’ossessione e il pericolo maggiore per la maggioranza e il governo del paese. L’opposizione politica parlamentare – un po’ per la sua inconsistenza, un po’ per come è stato ridotto il Parlamento con l’attuale legge elettorale – produce poco più di un fastidio alla maggioranza. L’opposizione sociale esiste ma deve crescere e trovare maggiore unità radicale nelle lotte. Quindi la magistratura, il controllo di legalità e la corruzione fuori controllo possono rappresentare un pericolo più incombente.
Le vicende giudiziarie che hanno riguardato il presidente della regione Liguria Giovanni Toti e il ministro Salvini sono più che campanelli di allarme, sono fatti che possono mettere in discussione la stessa durata dei governi. Il governo e la sua maggioranza non possono consentire che i magistrati abbiano un ruolo forte e credibile: è cominciato, quindi, l’attacco preventivo e punitivo.
L’attacco ai magistrati della Procura di Palermo è un atto anche intimidatorio nei confronti della magistratura giudicante e si allude ad un interesse nazionale superiore che non ha nulla a che vedere con la condotta del ministro imputato, che non è al di sopra della legge. La violazione del diritto internazionale, dei diritti umani e della vita delle persone non possono essere piegati per fini politici e di mera propaganda. Cancellare reati, come l’abuso d’ufficio, e rendere sempre più complicato il funzionamento della giustizia è un modo per rendere sempre meno efficace l’azione della magistratura.
L’obiettivo del governo e della sua maggioranza è sempre più chiaro: l’impunità dei politici e dei colletti bianchi, il ridimensionamento dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, la sottomissione del pubblico ministero sotto l’orbita del potere esecutivo, l’impedire il carcere per i potenti, l’eliminazione dell’obbligatorietà dell’azione penale. Però contestualmente con teleMeloni e teleBerlusconi raccontano al Paese che loro, detentori del potere costituito, sono per il pugno di ferro contro il crimine e per la sicurezza.
Sono solo bugie. Le leggi che finora hanno approvato rendono sempre più complicata l’azione repressiva della magistratura e delle forze di polizia. Il pugno di ferro è solo contro l’opposizione politica e sociale. Arresti per chi rivendica diritti, lotta per l’attuazione della Costituzione, si batte per la pace contro la guerra, vuole manifestare contro il genocidio nei confronti del popolo palestinese. Carceri piene di ladri polli e oppositori al regime, corrotti e amici dei mafiosi in libertà.
Ci troviamo di fronte ad una postura autoritaria, eversiva dell’assetto costituzionale della separazione dei poteri, intrisa di neofascismo se si studia l’origine politica di diversi membri del governo e della maggioranza parlamentare.
Un quadro che richiederebbe per la verità una maggiore consapevolezza dell’opinione pubblica e una mobilitazione delle forze democratiche. Troppa indifferenza, rassegnazione, debolezza. C’è da essere preoccupati. Se si attenta alla magistratura si colpisce un baluardo della democrazia e della separazione dei poteri. Senza il controllo della magistratura e senza l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati, i cittadini sono in balia sempre di più di uno stato autoritario e ingiusto.
Difendere le prerogative costituzionali della magistratura vuol dire difendere l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Con questo non vuol dire non raccontare e denunciare le malefatte che hanno riguardato anche pezzi non residuali della magistratura.