Nel passato, a volte anche nel presente, difficili in Liguria i rapporti tra ambiente, paesaggio arte e turismo. La speculazione edilizia, in virtù di un mal compreso benessere economico che portava molti torinesi nel Ponente a “farsi la casa al mare”, ha irreversibilmente cancellato, in molti casi, la memoria dei luoghi.
Come ho già scritto più volte qui e dichiarato anche nel bel libro intervista a più di voci “Riviera Capitale” di Mauro Boccaccio, cito Montanelli, che tra i tanti meriti ebbe anche quello di essere un severo ecologista, lottando per Portofino affinché non fosse devastata. Perché anche la Riviera di Levante non è stata esentata da gravi episodi di manomissione, sia per intenti speculativi sia per infausti eventi bellici, tanto da far diventare un comune, Recco, la Montecassino della Liguria, in quanto interamente bombardata dagli angloamericani per un errore di valutazione.
Recco ha cercato di compensare il non incontaminato paesaggio con le specialità agroalimentari, pesto e focaccia, e l’entroterra con il turismo delle radici dei tanti liguri illustri emigrati che hanno sentito il richiamo della terra natia, come ad esempio Sinatra. Così si sono susseguite per tutta l’estate, ma continueranno per tutto l’autunno, manifestazioni indirizzate a far conoscere questi luoghi e anche un lembo di terra preservato dall’idiozia umana, le Cinque Terre, non solo per l’aspetto naturalistico ma anche artistico: si sono organizzate a dovere
Monterosso Mare, Manarola, Riomaggiore, Vernazza, Corniglia – un paradiso raccontato da Mario Soldati ed Eugenio Montale.
Le ultime due si sono unite per “Orizzonte Terzo Paradiso” (Otp), un progetto di tre mostre curato da Ilaria Bernardi, che vuole ricordare l’Arte povera italiana, dal 17 settembre fino al 31 dicembre 2024, grazie al fondo a sostegno delle piccole e medie città d’arte e dei borghi italiani da parte del Ministero dell’Interno e degli Enti Locali.
I legami tra l’Arte povera e la Liguria sono molti; il loro teorizzatore, Germano Celant, nacque a Genova nel 1940 dove visse e lavorò fino al 2000, per poi trasferirsi a Milano, ma la sua casa genovese, in Salita Oregina, nel giugno 1970 divenne la sede dell’Information Documentation Archives (Ida), ora suddiviso nelle sezioni di Arte povera, Arte concettuale e Land Art. Alighiero Boetti prese casa a San Bernardino, tra Vernazza e Corniglia, Michelangelo Pistoletto scoprì Vernazza nel 1965 e lì, nel 1968, mise in scena il primo spettacolo dello “Zoo, L’Uomo ammaestrato”, e anch’egli ha una casa a Corniglia dove fino al 1981 tenne ulteriori spettacoli in collaborazione con gli abitanti. Il paesaggio, l’aria sopraffina, il mare, il buon cibo e vino devono essere una medicina eccezionale e un elisir di lunga vita, visto che ho incontrato pochi mesi fa il Maestro e sembrava un ragazzo e che proprio qui ha voluto festeggiare il suo 91esimo compleanno.
Le tre mostre includono: una mostra su Alighiero Boetti nella Chiesa di San Francesco a Vernazza, una mostra documentaria sull’Arte povera presso il Castello di Doria a Vernazza e una mostra diffusa sul territorio sino a Cornigĺia, con artisti come Stefano Arienti, Vedovamazzei e Marinella Senatore. Un connubio tra paesaggio incontaminato, architettura e arte, ambedue “povere” ma evocative e poetiche; il percorso per il Paradiso non è facile, arrivare e camminare per ripidi vicoli e difficoltose scalette è una prova di fede al fine di giungere, quasi vicino alle nuvole, ad un panorama divino che è un inno alla Bellezza.