Politica

Richetti: “Gelmini e Carfagna via da Azione perché contrarie al campo largo? Ma in Umbria dovremmo andare con Vannacci?”

Usa più volte l’aggettivo “legittimo” per mascherare il suo disappunto ma alla fine il suo dissenso non lascia margini di incertezza: intervistato da Lanfranco Palazzolo per Radio Radicale, il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti, lancia diverse bordate agli ex compagni di viaggio (Enrico Costa, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e Giusy Versace), che hanno preferito abbandonare la creatura politica di Carlo Calenda per riacciambellarsi nel centrodestra.

“Non è successo nulla in termini di posizione politica di Azione, che è all’opposizione – premette Richetti – Più che al centro, siamo fuori dal campo largo: siamo impegnati impegnata a costruire uno spazio liberale, democratico, con le culture riformista, popolare, radicale, socialista. E tutto questo non è assolutamente campo largo. Basta vedere quello che sta succedendo in queste ore con la posizione del M5s sul sostegno all’Ucraina. C’è incompatiilità tra Azione e Conte, Fratoianni, Bonelli, tutti contrari al nucleare, allo sviluppo e al supporto della resistenza ucraina“.

Poi la scudisciata ai “transfughi” di Azione: “Queste persone legittimamente sono entrate in maggioranza ma gli elettori ci hanno messo all’opposizione”.

Palazzolo ricorda che i 4 parlamentari sono andati via perché contrari all’alleanza col centrosinistra alle regionali.
Ma in Umbria devo andare con Bandecchi e Vannacci? – ribatte Richetti – È solo una discussione strumentale. E in ogni caso non sono 4 parlamentari che ci indeboliscono. Ci sono giovani militanti e amministratori locali sul territorio, che sono arrabbiati con Azione, perché ci chiedono: ‘Quando ripartite da noi?’. Allora, questa è la lezione da imparare”.

E aggiunge: “I partiti vivono anche fasi difficili, non è che la rottura del Terzo Polo non sia stata indolore, perché negli elettori avevamo costruito un’aspettativa. Non riuscire a concretizzare un progetto, come tutte le cose della vita, ha un costo, ma la validità delle nostre argomentazioni è più forte di prima – continua, tornando sul campo largo nazionale – Ma noi non abbiamo fatto l’accordo col Pd di Letta, che è un comprovato riformista moderato, e secondo voi mi metto con Conte e Fratoianni?“.

Richetti, infine, riserva un’ultima frecciata agli ex compagni di partito che hanno scelto il centrodestra: “Tutti mi dicono che Forza Italia è in una fase virtuosa di espansione. Ma mi devo unire a un partito che viene umiliato sul Mes, sulla difesa delle detenuti madri, sullo Ius Scholae, peraltro proposto da Tajani? E questo sarebbe stare in salute? No, stare in salute è cambiare le cose secondo una concezione liberale e riformista. Ma io non sono preoccupato. Ho lasciato il Pd perché sosteneva il governo Conte Due e lo rifarei domattina, perché penso che un partito debba vivere di convinzioni, non di convenienza”.