Giovedì, mentre si cominciavano a contare i dispersi e gli sfollati in Emilia Romagna e i fiumi esondavano, Daniela Santanché ha scritto su X: “Abbiamo sconfitto un futuro in rosso, ora evitiamo che il colore del futuro sia troppo verde”. Leggendolo, non riuscivo neanche a decifrare bene il sentimento che provavo. Per me, era il grado zero del senso. Un futuro verde lo vogliono tutti, lo vogliono persino gli elettori non di sinistra e nessun partito di destra in Europa, per quanto rozzo, direbbe una frase del genere. Specie, ripeto, mentre sui tg scorrono immagini lugubri di un’Italia davvero sott’acqua.

Invece nel governo l’ignoranza è tale che se la leader Meloni dice qualcosa contro il Green Deal, come ha fatto all’Assemblea di Confindustria mercoledì, tutti si accodano, pur senza sapere nulla, pur senza capire nulla. La parola d’ordine ora è affossare il Green Deal, fermare le auto elettriche, fermare anche la decarbonizzazione se questa significa deindustrializzazione. L’altra parola d’ordine, rilanciata venerdì da Pichetto Fratin in una intervista, è: nucleare.

E’ tutto sbagliato ma la tragedia che chi governa sono proprio loro. E’ tutto sbagliato perché per fare il nucleare ci vogliono dieci-quindi anni, altro che 2030, e una valanga di miliardi, mentre non è per nulla chiara la tecnologia (anche se tutti balbettano questo mantra della “quarta generazione”). Quei soldi, semmai ci fossero, potrebbero essere investiti in ricerca sui sistemi di accumulo per rendere le rinnovabili meno intermittenti. Che la decarbonizzazione significhi deindustrializzazione pure è falso. Vallo a dire alla Cina, che sta comprando mezza Africa e attuando una transizione industriale veramente impressionante, che unisce rivoluzione elettrica e digitale, con città dove ci sono esclusivamente veicoli elettrici e tutto funziona grazie, appunto, ad una digitalizzazione elevatissima. E posti di lavoro a fiumi, ovviamente.

Invece la nostra industria cosa fa? Si arrocca per chiedere ritardi sul Green Deal, per fermare il cambiamento, fermare le auto elettriche, perfettamente in sintonia con un governo che, come ho già avuto modo di scrivere, attacca la transizione ideologica senza avere la più pallida idea dell’alternativa. E’ irritante che Pichetto Fratin continui a dire che gli obiettivi di neutralità verranno centrati quando non si fa nulla per raggiungerli. Il Testo Unico per le Rinnovabili, denuncia il Coordinamento Free, ha reso il quadro più frammentato, invece che semplificare. Per quanto riguarda l’adattamento, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, come ha denunciato proprio in questi giorni il Wwf, è stato approvato salvo restare nel cassetto, senza finanziamenti.

Il problema di fondo è che ormai non c’è nessun collegamento tra la realtà e questo governo, su tutti i temi ma in particolare su quello climatico. Non si collegano alluvioni e frane, incendi e ondate di calore alle norme che vengono fatte. Non si capisce, anzi non si vuol capire, che il Green Deal è quello servirebbe a ridurre questi eventi estremi con il loro carico di morte e dolore, che passare all’elettrico significherebbe meno emissioni, e quindi mitigazione, e insieme meno inquinamento che ogni anno uccide tra malattie dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio.

Lo scollamento è completo e per noi, che ormai viviamo nell’ansia di capire se e quando toccherà anche a noi essere coinvolti in questi eventi estremi, è tutto profondamente angosciante. Impossibile sentirsi protetti, un governo così ti fa sentire più esposto di quanto già il cambiamento climatico non faccia.

Ma almeno, come dico da tempo, dovrebbero risparmiarci l’ipocrisia di un ministro che continua a balbettare che le rinnovabili si faranno. Almeno dovrebbero avere il coraggio di dire che per loro il cambiamento climatico non esiste, non ci credono, ha sempre fatto caldo, le alluvioni c’erano anche in passato, invece di agire come se fosse così ma senza dichiararlo apertamente. Evitare la farsa. Sarebbe il minimo. E, perché no, adottare lo slogan della Santanché per le prossime elezioni: “Vogliamo un futuro meno verde”. Che poi, come in molti le hanno fatto notare su X, significa marrone, come il colore dei fiumi che tutto travolgono.

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