Nuovo capitolo dello scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo sul futuro del Movimento 5 stelle. Mentre il fondatore scrive su Facebook “resto ancora in attesa delle risposte alle domande inviate da più di 10 giorni” – ripostando la lettera aperta all’ex presidente del Consiglio sulla costituente – Conte parla a Parma intervistato da Enrico Mentana al Festival di Open: “Grillo è il papà del movimento ma io non sono la mamma”, chiarisce Giuseppe Conte ricordando che c’è una “comunità intera che si sente una comunità adulta e che legittimamente si ritrova a discutere, a decidere del proprio futuro“.

Beppe Grillo, per Conte, intende il suo ruolo di garante “come un ruolo da interdittore. In realtà il ruolo del garante è una figura che riconosce il ruolo del fondatore, e anche di chi dovrebbe esprimere un’autorità morale, dovrebbe continuare a essere punto di riferimento, un padre nobile” altrimenti “non funziona perché diventa antidemocratico“, ha detto il presidente del M5s. “Non ho mai parlato male di Grillo, perché non ne ho motivo, non ho motivo di non essere riconoscente rispetto a chi ha realizzato questo progetto con Casaleggio. Un progetto che ovviamente deve evolvere“, ha aggiunto Conte.

Questo processo, secondo Conte, “non si può interrompere”: “Dire oggi: blocchiamo, facciamo decidere su questo significherebbe ammettere deriva antidemocratica del Movimento 5 Stelle che io non consentirò mai fino a quando ci sarò io. Non è possibile e pensabile nemmeno da chi ha avuto idea 3 anche oggi ha un ruolo interrompere questo processo”, ha sottolineato Giuseppe Conte. “È un processo dal basso, sui bisogni e gli obiettivi strategici, valutati, discussi e poi ci sarà una votazione” da cui “potrà uscire di tutto, è l’assemblea degli iscritti, diranno che Conte va a casa, che Conte non va bene, benissimo, si discuterà. Però abbiamo bisogno di smuovere le acque, in Italia l’astensionismo ha superato il 50%”.

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