Continuano a piovere pietre sull’industria dell’auto europea. Giovedì sono stati diffusi terribili dati sulle immatricolazioni, con un generale – 16,5% e un – 44% per l’elettrico. Volkswagen valuta il taglio di migliaia di posti e le prime chiusure della sua storia di stabilimenti europei. Oggi anche Mercedes, dopo Bmw e la stessa Volkswagen, taglia le stime per il 2024, principalmente a causa del rapido deterioramento del mercato in Cina, il mercato più importante per le case tedesche. Qui le consegne Mercedes sono calate del 13%. La casa di Stoccarda ha anche annunciato il richiamo di mezzo milioni di auto.

Molti dei guai dell’industria tedesca delle quattroruote provengono da Oriente. Da un lato la Cina non compra più come prima, dall’altro è diventato un agguerritissimo concorrente sulle vetture elettriche, comparto in cui la Germania, e non solo, è in ritardo. La Cina produce auto elettriche di buona fattura, tecnologicamente più avanzate di quelle europee e a prezzi decisamente più bassi.

L’Ue prova a difendersi con i dazi ma sono un’arma a doppio taglio. Se Pechino decidesse di reagire alzando barriere per le auto, non solo elettriche, costruite in Europa, chiuderebbe loro il mercato più grande del mondo. Inoltre la questione degli elevati prezzi delle auto a batteria è uno dei fattori che sta contribuendo ad affossare le vendite. Senza incentivi restano ancora inaccessibili a gran parte della clientela , anche nei modelli base. Se si guardano i dati sulle immatricolazioni dell’elettrico si nota un clamoroso – 68% della Germania e un – 33% della Francia, paesi dove le agevolazioni sono da poco terminate.

L’unico paese che “tiene” e la Gran Bretagna, qui i concessionari stanno cercando di smaltire le scorte con importanti sconti. Per quanto concerne l’Italia, dove Stellantis domina incontrastata la produzione, le immatricolazioni sono scese del 13,4%. Le vetture elettriche accusano però un – 41%, quelle a benzina scendono del 18,8%, le auto diesel del 29%. Tengono solo le ibride (+ 2,5%). Non aiuta, naturalmente, una rete di colonnine di ricarica ancora non sufficientemente capillare. Nello specifico, Il gruppo franco – italiano ha immatricolato in Europa, ad agosto, il 29,5% in meno di un anno fa. Precipita il marchio Fiat (- 49%). La quota di mercato è in calo dal 16,7 al 14,4%.

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