“C’è in atto una volgare aggressione alla classe dirigente migliore della Democrazia Cristiana in Sicilia, una volgare aggressione”. Parole di Cuffaro alias Totò vasa vasa, dette nel 1991 nella puntata Samarcanda/Maurizio Costanzo Show e alla presenza di Giovanni Falcone. “La magistratura è incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha l’immunità piena”. Parole di Berlusconi, rispondendo a una domanda del presidente del Tribunale di Napoli.
Tralascio gli epiteti e le offese verso l’intera magistratura. E’ arcinoto che l’odio della destra e della sinistra verso la magistratura ha origini lontane. Purtroppo, ahimè, da tempo la magistratura è sotto attacco. Gli ultimi avvenimenti con l’affaire Matteo Salvini han raggiunto il colmo. Anzi direi che abbiamo toccato il fondo. Il Governo Meloni, che nel suo insieme attacca in maniera spropositata la Procura di Palermo, dimentica che la nostra Costituzione assegna ruoli ben precisi. Mi verrebbe da dire che siamo alla frutta, ma preferisco dire che siamo all’ammazzacaffè.
L’endemica riluttanza nel non voler accettare il processo che si sta svolgendo a Palermo a carico dell’ex ministro dell’Interno Salvini significa che il senso dello Stato ormai è diventato un optional. Sulla magistratura si è detto di tutto: giustizia ad orologeria, giustizia politica, magistrati comunisti. Per non parlare poi dei complotti di sallustiana memoria.
Immediatamente dopo lo scandalo di Genova, riferito al presidente Toti, una pletora di politici subito ad abbanniare (urlare) alla giustizia ad orologeria, salvo ora scoprire che chiedono il patteggiamento. E, per incanto, sempre i politicanti abbanniatori oggi dicono che Toti e company erano innocenti. Ma quando mai degli innocenti chiedono di patteggiare una condanna? Oppure, chi attende che il processo arrivi a prescrizione viene considerato innocente. Stravolgono i dettami della giurisprudenza. Signori politici, o state zitti e fate più bella figura o compratevi un libro di codice penale/civile e di procedura penale e studiate se potete. Nel caso del processo a Salvini, si dimenticano che il Senato ha concesso l’autorizzazione a procedere e quindi perché andare alla Rai a fare la requisitoria del vittimismo padano? Già, ormai la Rai è divenuta luogo di piagnistei e lagnanze dei ministri.
Ora cito un pensiero di un magistrato che non si fece intimorire nonostante avesse inquisito alte cariche della politica degli Stati Uniti, e a memoria non ricordo aspre critiche nei suoi confronti. Chiaro esempio della cultura di rispetto dei ruoli, quella che manca a noi italiani. “La verità è il motore del nostro sistema giudiziario. Se comprometti la verità, l’intero processo è perso. Se dovessimo andarcene da questo, potremmo anche consegnare i nostri lavori”. Parole attribuite all’ex procuratore degli Stati Uniti per il distretto dell’Illinois. Patrick J. Fitzgerald.
Conobbi e collaborai col procuratore negli anni 90 a New York nel processo ai fratelli Gambino e apprezzai la determinazione del suo operato, che non si limitò ad indagare la mafia, ma anche nei confronti degli autori dell’attentato alle Torri Gemelle. E quindi mutuando il pensiero di Patrick Fitzgerald, che cito ad esempio, chiedo a Salvini: i pm palermitani dovrebbero andare via dal processo e consegnare il loro lavoro? In poche parole chiedere l’archiviazione chiudendo il processo?
Salvini ha chiamato i suoi a partecipare a una pupiata innanzi il Tribunale di Palermo; ne ho già vista un’altra tempo fa a Milano. Fatevene una ragione, oltre al potere politico esistono altri poteri in un Paese democratico com’è l’Italia: per favore leggete la Costituzione. E smettetela di nominare i galantuomini siciliani Falcone e Borsellino quando vi fa comodo: erano magistrati.