Centinaia di persone arrivate da tutta Italia hanno ricordato a Milano, sotto Palazzo Lombardia, i fatti divenuti noti un anno fa esatto – 20 settembre 2023 – quando nove maiali del rifugio Cuori liberi di Sairano (Pavia) furono uccisi. Ma al di là del ricordo, le associazioni animaliste e la Rete dei santuari di animali liberi hanno chiesto, rivolgendosi al legislatore, nuove regole per gli animali ospiti dei rifugi (per i quali c’è stato un primo riconoscimento giuridico attraverso il decreto del ministero della Salute del 2023, che li esclude dalla produzione alimentare) nei casi di presenza di una malattia, come sta accadendo – e come è accaduto – con la peste suina africana. A chiedere una trasformazione dell’attuale sistema alimentare è stata Sara D’Angelo della Rete: “Per il bene del Pianeta, prima che sia troppo tardi”. Presente anche la deputata del Pd, Eleonora Evi, per la quale è necessario uscire dal modello degli allevamenti intensivi, “che oltre a essere dannosi per l’ambiente, come ci dice la scienza, sono anche insostenibile, dal punto di vista economico, per gli stessi allevatori”. Gianluca Felicetti, presidente della Lav, ha puntato il dito contro la gestione, da parte del governo, della Psa: “Il nuovo commissario ha finalmente detto che è l’uomo il problema della diffusione della malattia, va rivisto il piano di abbattimento dei cinghiali, che sta portando a effetti contrari rispetto a quelli auspicati”. Gli fa eco Michela Palestra, unica consigliera regionale (Patto civico) presente al presidio: “Quella della Regione è una politica scellerata. Da una parte favorisce in ogni modo i cacciatori, dall’altro non fa nulla per contrastare efficacemente il dilagare della peste suina. Qui prevale sempre l’interesse economico, mai il benessere e la salute delle persone”.
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