Ormai da giorni la stampa inglese, con echi internazionali, si occupa dello ‘scandalo’ dei regali di lusso al primo ministro, il laburista Keir Starmer. Che, ricostruiscono anche giornali non ostili al centro sinistra, come il Guardian, ha accumulato omaggi per oltre 100mila sterline, da donatori potenti negli ultimi 4 anni, cioè da quando è diventato leader del ‘partito del lavoro’ al posto del monacale Jeremy Corbyn.

Si tratta di donazioni dichiarate, quindi l’indignazione è politica: l’unica l’obiezione possibile è che un leader di centrosinistra che ha vinto le elezioni anche sull’ondata del disgusto degli elettori per il clientelismo del Conservatori dovrebbe esserne al di sopra, mostrare un cambio di passo, pagarsi da solo, per opportunità politica e integrità etica, occhiali e vestiti di marca, e insomma dimostrare di essere uno di quelli che si ripromette di tartassare per ripianare la finanze dissestate da 14 anni di malgoverno dei Tories.

C’è un’altra notizia che, molto più chiaramente della vanità personale e la mancanza di contatto con gli elettori di Starmer, indica la continuità fra il suo Labour e i Conservatori, ed è stata riportata da OpenDemocracy. Entro una settimana dalla convocazione a sorpresa, da parte dell’ex primo ministro conservatore Rishi Sunak, delle elezioni politiche che hanno portato al trionfo di Starmer, il Labour ha accettato una donazione di 4 milioni di sterline da Quadrature Capital, un hedge fund registrato nel paradiso fiscale delle isole Cayman. Il fondo investe, fra l’altro, in commercio di armi e in combustibili fossili: una associazione che, di per se, dovrebbe sollevare molti più quesiti etici degli occhiali da oltre 2mila sterline.

Problematico non è soltanto la natura, o la entità della donazione, la sesta maggiore ad un partito politico nella storia del Paese, ma anche il suo tempismo. Come ricorda OpenDemocracy, secondo il regolamento della Commissione Elettorale la settimana fra la convocazione delle elezioni e l’inizio dei sondaggi elettorali è l’unica finestra in cui le donazioni oltre 11.800 sterline non devono essere dichiarate ogni settimana, ma finiscono nel bilancio generale, pubblicato ogni trimestre. Questo significa che, benché quel trasferimento, evidentemente già concordato, sia stato effettuato il 28 luglio, di questa maxi donazione non si è saputo nulla fino alla scorsa settimana. Nel frattempo, con il trionfo elettorale del 4 luglio, Starmer si è garantito un sereno mandato parlamentare con una maggioranza di 156 per i prossimi 5 anni, mentre il secondo e il terzo partito, rispettivamente conservatori e Lib-Dem, possono contare rispettivamente solo su 121 e 72 rappresentanti. Nessuna possibilità di impensierire il navigatore, anche se dovessero unirsi su certe battaglie.

Secondo il giornalista investigativo Paul Holden, citato da OpenDemocracy, quel trasferimento conferma una consuetudine nel partito a gestione Starmer: quella di riportare le donazioni servendosi di artifici e contabilità creativa, o meglio scegliendo di ritardarle o “dichiararle con metodi controversi”.

Per esempio: “Durante la sua candidatura a leader del Partito Laburista, Starmer rifiutò di pubblicare contemporaneamente i dettagli di chi aveva donato alla sua campagna di leadership. I suoi rivali, Rebecca Long-Bailey e Lisa Nandy, accettarono di condividere i dettagli dei loro donatori in tempo reale, che furono poi pubblicati. Starmer, invece, decise di dichiarare le sue donazioni solo attraverso il registro degli interessi dei deputati, il che creò un notevole ritardo tra il momento in cui Starmer accettava le donazioni e quando queste diventavano pubbliche”.

Di conseguenza, continua Holden “i membri del Partito Laburista non sapevano, al momento del voto, che Starmer fosse stato finanziato con ingenti donazioni da parte di ricchi milionari come Martin Taylor, Sir Trevor Chinn e il barone Waheed Ali; quest’ultimo è ora al centro del clamore riguardante l’accettazione di regali da parte di Starmer”.

Del resto, da quando Starmer ne è diventato segretario, il partito laburista “ha accettato oltre 8 milioni di sterline da società o esponenti del mondo finanziario”. Che il consenso dell’industria e della finanza si fosse spostato dai Tories, il tradizionale partito di riferimento, al Labour era apparso evidente ad ogni osservatore attento che avesse osservato le mosse di Starmer e del suo ministro delle Finanze in pectore, Rachel Reeves, durante gli anni all’opposizione: frequenti e cordialissimi incontri nella City, impossibili per un elemento estraneo al business come Jeremy Corbyn, e relazioni sempre più strette, per esempio, con le società private che stanno cannibalizzando il servizio sanitario pubblico.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Successivo

Trump alla comunità ebraica: “Ripristinerò il travel ban e vieterò l’ingresso dei rifugiati di Gaza. Se perdo, Israele sparirà entro 2 anni”

next