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Von der Leyen va a Kiev con un prestito da 35 miliardi a Zelensky. Mosca: “Nostre atomiche in Bielorussia, se attaccate sarà un disastro”

Von der Leyen vola per l’ottava volta a Kiev con un prestito da 35 miliardi di euro per continuare a sostenere l’Ucraina. Mentre la sua nuova squadra a Palazzo Berlaymont è ancora in fase di formazione, la confermata presidente della Commissione Ue ha voluto lanciare subito un segnale politico chiaro su quelle che saranno le priorità del suo nuovo mandato: Difesa e sostegno al Paese invaso da Vladimir Putin. Tutto mentre Mosca avverte il blocco Nato delle conseguenze di un’ipotetico attacco alla Bielorussia, dove si trovano armi nucleari tattiche della Federazione: “Un’offensiva avrebbe conseguenze disastrose“.

Von der Leyen ancora da Zelensky
La posizione dell’Europa, come testimonia anche il voto di giovedì in Parlamento Ue sul sostegno a Kiev e la fornitura di armi, è ormai chiara ed è quella di un continuo sostegno alla causa ucraina fino a quando sarà necessario. Il tema è diventato presto una priorità nelle gerarchie del nuovo mandato europeo, comprendendo programmi di sviluppo ed esportazione di ancora più armamenti Made in Eu. “Gli implacabili attacchi russi rendono necessario il continuo sostegno dell’Ue all’Ucraina – ha scritto la presidente della Commissione su X – La Commissione Ue fornirà all’Ucraina un prestito fino a 35 miliardi di euro come parte dell’impegno del G7. Si tratta di un altro importante contributo dell’Ue alla ripresa dell’Ucraina”. Soldi che l’Europa ha deciso di prendere dagli extraprofitti degli asset russi congelati, come già preannunciato nei mesi scorsi.

Una decisione soddisfacente per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che comunque non perde l’occasione per ribadire la sua richiesta di sempre maggior sostegno alla causa ucraina, dati gli scontri sul tema sia a livello Ue che dei singoli Stati nazionali. “È fondamentale che noi possiamo usare i fondi del Fondo Europeo per la Pace e del Fondo per l’Ucraina per sostenere le nostre forze armate, questi fondi non devono essere bloccati perché questo avrebbe un impatto sulla nostra capacità di sostenere i nostri militari al fronte”, ha detto il capo dello Stato rivolgendosi a quei Paesi che più di altri chiedono limitazioni al sostegno a Kiev. Per aumentare il coinvolgimento europeo nella causa ucraina, ha poi ricordato, è necessario accelerare il processo di adesione del suo Paese all’Ue: “Il nostro obiettivo, con l’accordo degli Stati membri, è di aprire i negoziati sul cluster dei valori fondamentali e poi procedere velocemente con gli altri cluster”, lo ha rassicurato von der Leyen.

Ciò che adesso preoccupa, però, è l’inizio dell’inverno e la sempre maggiore necessità di approvvigionamento dalla rete energetica, costantemente sotto attacco dei russi. Per questo “il piano di preparazione invernale della Commissione per l’Ucraina, un sostegno supplementare del valore di circa 160 milioni di euro, contribuirà a coprire oltre il 25% del fabbisogno elettrico del Paese”, ha spiegato la presidente in un’intervista.

Atomiche in Bielorussia: “Se attaccate conseguenze disastrose”
La Russia lancia un altro avvertimento al blocco Nato, dopo le parole del presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, secondo cui l’Ucraina, dopo le regioni russe, avrebbe piani d’invasione anche in aree del suo Paese. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha così ricordato che Minsk e Mosca sono legate da un patto di sicurezza e che in Bielorussia sono schierate armi nucleari tattiche russe: ogni aggressione porterebbe a “conseguenze disastrose” non solo per l’Ucraina, “ma anche per i suoi sponsor” occidentali. Mosca, ha aggiunto Zakharova, presta attenzione alle informazioni su quella che ha definito “l’attivazione di forze ucraine nella zona di confine con il nostro alleato, la Bielorussia”. E ha accusato il presidente Zelensky di essere capace “delle azioni più imprudenti e ciniche” e ha affermato che “è ovvio che Kiev coordina le sue azioni con Washington“.

La Russia sapeva dei piani ucraini nel Kursk
Il Guardian ha rivelato che l’invasione ucraina del Kursk non è stata però una totale sorpresa per i vertici militari e d’intelligence russi. Il comando militare aveva previsto l’incursione e da mesi stava elaborando piani per impedirla, secondo una serie di documenti che l’esercito ucraino ha dichiarato di aver sequestrato dopo che i russi avevano abbandonato la regione e visionati dai giornalisti della testata britannica. I documenti rivelano anche le preoccupazioni russe sul morale tra i ranghi di Kursk che si sono intensificate dopo il suicidio di un soldato al fronte che, a quanto si dice, era in uno “stato prolungato di depressione a causa del servizio nell’esercito russo”.

Da parte sua, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha dichiarato che la situazione nelle zone della regione controllate dai soldati ucraini “è di emergenza“, ma “verrà corretta in modo tempestivo”, senza fornire indicazioni temporali. Peskov ha poi affermato di “non avere dubbi” sul fatto che “il controllo” della Russia sulla regione “sarà ripristinato”.