Anche alla vigilia dei 90 anni, che compirà il 23 settembre, Gino Paoli ogni volta che parla lascia il segno e così l’intervista concessa a Sette del Corriere della Sera si trasforma in una miniera di aneddoti
“Per vent’anni ho scolato una bottiglia di whiskey al giorno, ho assunto droghe di ogni genere: se adesso sono qui in buona salute vuol dire che è solo una questione di culo”. Anche alla vigilia dei 90 anni, che compirà il 23 settembre, Gino Paoli ogni volta che parla lascia il segno e così l’intervista concessa a Sette del Corriere della Sera si trasforma in una miniera di aneddoti, molti dei quali straconosciuti ma pur sempre gustosissimi. Dal tentato suicidio alla sua prima volta (in un bordello di Genova), dall’abuso di droga e alcool alle riflessioni sulla morte, anche questa volta si è raccontato con grande generosità.
Gino Paoli, il suicidio e la morte di Tenco
“Il mio rapporto con la vita a 90 anni? È lo stesso di sempre. Vita e morte stavano insieme prima e lo sono anche adesso. Io sono consapevole che ogni giorno che vivi è un giorno in meno, ciò che vivi oggi non lo vivrai mai più. Ma questo non mi dà ansia”. È una riflessione a cuore aperto quella che Gino Paoli fa nella lunga intervista al Corriere della Sera, in cui torna ancora una volta al tentato suicidio. Aveva 29 anni e si sparò al cuore con una Derringer. Perché lo fece? “Perché a quell’età si è un po’ stupidi. Si pensa di aver avuto già tutto, di aver visto tutto, di sapere tutto, di non avere più desideri”. Poco dopo, anche Luigi Tenco si sparò e com’è andata a finire lo sappiamo tutti. “Lui però era tutt’altro che soddisfatto, gli sembrava anzi di non aver avuto quello che si aspettava dalla vita”, precisa Paoli. Si è mai chiesto se il suo amico Tenco possa essersi sparato per imitarlo? “Il dubbio ce l’ho ancora oggi. In fin dei conti il suo fu un coup de théâtre. Ma non mi sono mai sentito in colpa per quello che ha fatto lui, o per quello che ha magari fatto qualcun altro. Ogni suicidio è diverso; è un gesto personale, privatissimo, non c’è collegamento possibile con quello di altri. È un atto arrogante e basta”.
I grandi amori e la sua prima volta
Ma dal cassetto dei ricordi escono aneddoti di ogni genere, incluso quello sul rapporto col sesso e la sua prima volta, in un bordello di Genova. “Mia mamma era stata molto repressiva in materia di sesso. Non se ne poteva nemmeno parlare in casa. E questo mi ha condizionato. Nel senso che da ragazzo avrei scopato perfino le seggiole”, ricorda ironico Paoli. La sua prima volta? Fu quando un suo amico lo portò in un bordello: “Si occupò di me una signora di mezza età e alquanto in carne che sembrava mia zia. Dissi a me stesso che se scopare era quello non l’avrei fatto mai più”. Poi le cose sono cambiate, lui è diventato un uomo corteggiatissimo e seducente e svela che il sesso senza senso di colpa glie lo ha insegnato Ornella Vanoni, uno dei suoi grandi amori assieme a Stefania Sandrelli e a sua moglie Paola.
Lo scontro con Elodie
Uno dei passaggi più interessanti dell’intervista riguarda poi il rapporto con i giovani, che considera troppo condizionati dalla tv, dai social e dagli “imbonitori che parlano tanto senza dire niente. Per questo non sono liberi”. A proposito di giovani, spiega anche lo scontro a distanza con Elodie: “Non lo definirei uno scontro. Avevo detto ad Aldo Cazzullo sul Corriere che oggi ci sono cantanti che mettono in mostra più il culo che la voce. Ma non mi riferivo a lei, non avevo mai nemmeno visto un suo concerto. Volevo dire che l’apparenza è diventata più importante della realtà. Ma se la sommi alla stupidità, allora anche la democrazia si corrompe, perché maggioranze stupide possono eleggere leader pericolosi”.
L’alcool e le droghe (le ha provate tutte)
Alla vigilia dei novant’anni, considera una grande fortuna essere ancora vivo, visto che nella sua vita non si è fatto mancare nulla, dall’abuso di alcool alle droghe. “Un mio parente medico mi ha portato come testimonial a un convegno di geriatri. Mi hanno chiesto di dire qualcosa. E io ho raccontato che nella vita ho fatto tutto quello che non si deve fare. Per vent’anni ho scolato una bottiglia di whiskey al giorno, ho assunto droghe di ogni genere, tutte quelle del momento, ho fumato due pacchetti di sigarette fino a due anni fa”, ha raccontato Paoli. “Dunque, ho detto ai geriatri, se adesso sono qui in buona salute vuol dire che è solo una questione di culo. Cinque minuti di applausi”.