Non si fermano le raffiche di missili lanciati da Israele contro il Libano. Con la tensione tra i due Paesi alle stelle dopo gli attacchi in successione sferrati dallo ‘Stato ebraico‘ negli scorsi giorni, le Forze di Difesa Israeliane sono tornate a colpire oltreconfine nel tentativo di indebolire ulteriormente Hezbollah, contro cui conduce una guerra iniziata già nelle settimane successive agli attacchi del 7 ottobre.
Le Idf hanno sferrato almeno due attacchi. In uno hanno comunicato di aver attaccato più di 100 obiettivi intorno alle 14 di sabato, compresi complessi di lancio e infrastrutture “terroristiche”. Pochi minuti dopo, dal sud del Libano è partita una raffica di circa 25 razzi verso il nord di Israele, alcuni dei quali hanno causato danni e innescato incendi, ma non ci sono notizie di feriti. Prima del proprio attacco, Israele aveva chiuso lo spazio aereo a Nord. Un secondo attacco si è invece verificato attorno alle 19, ora italiana. In un’ora i caccia israeliani hanno condotto oltre 100 raid aerei, colpendo, fa sapere l’Idf, 180 obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano e distruggendo migliaia di lanciarazzi. “Decine” di aerei da guerra stanno colpendo “ampiamente” il sud del Libano contro postazioni di Hezbollah, ha dichiarato il portavoce militare, contrammiraglio Daniel Hagari, in una dichiarazione televisiva. “Stiamo attaccando ampiamente nel sud del Libano dopo aver individuato i preparativi di Hezbollah per colpire in territorio israeliano”, ha proseguito aggiungendo che “decine di aerei dell’aeronautica” sono coinvolti nell’operazione. Allo stesso tempo, da Hezbollah sono stati lanciati circa 90 razzi verso Israele.
“Decine” di aerei da guerra stanno colpendo “ampiamente” il sud del Libano contro postazioni di Hezbollah. Lo hanno reso noto le forze armate israeliane. “Stiamo attaccando ampiamente nel sud del Libano dopo aver individuato i preparativi di Hezbollah per colpire in territorio israeliano”, ha dichiarato il portavoce militare, contrammiraglio Daniel Hagari, in una dichiarazione televisiva, aggiungendo che “decine di aerei dell’aeronautica” sono coinvolti nell’operazione. (ANSA-
Dopo i raid delle ore 14 le squadre dei Vigili del Fuoco si sono subito messe al lavoro nella parte settentrionale di Israele colpita dai razzi di Hezbollah. In tre zone sono scoppiati incendi, tra cui la foresta di Ein Zeitim vicino a Safed, e un’area aperta nei pressi di Beit Hillel. Secondo i media arabi, gli attacchi dell’Idf in Libano hanno invece colpito le aree di Jabal Safi, Tayr Harfa, Aalma El Chaeb, Zahrani e Deir Siriane, nel sud del Paese.
Intanto il numero degli esponenti del Partito di Dio eliminati nell’ultimo raid di Israele che ha demolito una palazzina, uccidendo anche 31 civili tra cui 3 bambini, è cresciuto, come dichiarato anche dal partito armato libanese: sono 16 in totale. Si tratta di due comandanti militari, il capo dell’unità Radwan, Ibrahim Aqil, e un alto comandante della stessa forza speciale, Ahmed Wahbi, che ha supervisionato le operazioni militari durante la guerra di Gaza fino all’inizio del 2024, e di 14 combattenti dell’ala armata della formazione sciita. “Il comando delle forze al-Radwan era riunito nella zona sotterranea“, ha spiegato la fonte. Ma questo non li ha salvati dal potente raid israeliano, dato che l’esercito ha usato aerei da combattimento F-15 che hanno lanciato quattro missili penetranti che hanno colpito il secondo piano interrato dove si stava tenendo la riunione.
I recenti attacchi di Israele in Libano, compreso quello sferrato con l’utilizzo di cercapersone manomessi con dell’esplosivo, non hanno inferto solo un duro colpo a Hezbollah, ma hanno coinvolto anche l’Iran e il suo ambasciatore a Beirut. Così Teheran, mentre riflette sulla possibilità e le modalità con le quali rispondere all’affronto, coglie l’occasione delle commemorazioni della guerra Iran-Iraq (1980-1988) per mostrare i muscoli. Nella parata militare che si è tenuta nella capitale al mausoleo dell’ayatollah Ruhollah Khomeini, alla presenza del presidente Masoud Pezeshkian, hanno sfilato anche il nuovo missile balistico a lungo raggio Jihad a carburante liquido e il nuovo drone kamikaze Shahed 136-B.
L’ayatollah Ali Khamenei ha anche chiamato di nuovo a raccolta gli Stati musulmani per una rivolta violenta contro Israele: “Se le nazioni islamiche usano il loro potere interiore, il regime sionista verrà rimosso dal posto in cui si trova nel cuore della comunità islamica – ha dichiarato – In effetti, l’unità tra i musulmani creerà un potere che non solo può eliminare il regime sionista, ma porrà anche fine all’influenza e all’interferenza degli Usa nella regione. Se i due miliardi di musulmani in tutto il mondo si uniranno, saranno più potenti di qualsiasi potenza nel mondo di oggi”.
Intanto Hezbollah, dopo una settimana che ha visto decimare le sue forze, sta provando a ricostruire i ranghi nominando due alti ufficiali, Ali Karaki e Talal Hamia, alla guida della divisione operativa del gruppo. Entrambi fanno già parte del Consiglio della Jihad, il massimo organo militare dell’organizzazione. Karaki è il capo del comando meridionale, mentre Hamia è il capo dell’unità responsabile degli attacchi all’estero.
E anche Benjamin Netanyahu sembra avere l’intenzione di fare un punto della situazione. Secondo il Times of Israel, questa notte avrà delle consultazioni di sicurezza con ministri e leader della Difesa.