di Claudio Trevisan

Le persone che occupano le abitazioni illegalmente di solito sono quelle in condizioni di disagio economico, causa mancanza di lavoro o sottopagati, che non possono pagare l’affitto. Inoltre, ci sono gruppi organizzati (di estrema destra) o movimenti sociali (di estrema sinistra) che occupano edifici abbandonati principalmente per protestare contro la mancanza di abitazioni per le famiglie povere italiane (estrema destra) e per le persone povere in generale (estrema sinistra) utilizzando gli edifici per fornire un rifugio a una parte dei senza casa (così evitano di dover dormire all’addiaccio). Secondo me è assurdo che le persone senza redditi e senza case siano costrette a chiedere l’aiuto di gruppi di estrema destra/sinistra. Inoltre, la mancanza di abitazioni permette alla criminalità organizzata di sfruttare la situazione tramite la gestione delle occupazioni per scopi illeciti.

Ci sono circa 7 milioni di abitazioni vuote (dati Istat). Questo numero include seconde case non utilizzate, immobili in affitto non ancora occupati, e case in aree spopolate. Circa 50.000 abitazioni sono occupate abusivamente, di cui 30.000 appartamenti di Edilizia Residenziale Pubblica ERP e 20.000 appartenenti a enti privati. Le persone, spinte dalla povertà, che occupano le abitazioni illegalmente sono di due tipi: gli inquilini con contratto ma morosi e gli occupanti abusivi che entrano negli immobili senza alcun contratto di affitto. Oltre a quelli che occupano abitazioni ed edifici illegalmente, ci sono migliaia di altre persone che sono senza fissa dimora, cioè persone che vivono per strada (cittadini italiani, oltre a migranti e rifugiati).

La Costituzione italiana (Art. 42) supporta le norme che tutelano i diritti dei proprietari contro l’occupazione illegale ma non c’è un articolo che prevede esplicitamente un diritto alla casa. l’Art. 38 che riguarda l’assistenza per i bisognosi potrebbe supportare la necessità di garantire l’assistenza abitativa alle persone in difficoltà economiche e/o fisiche. Il Codice Penale prevede una serie di reati connessi all’occupazione abusiva di immobili e il Codice Civile tutela il diritto di proprietà e offre ai proprietari strumenti per la tutela del proprio immobile occupato illegalmente.

La legge 431/1998 e il Decreto Sicurezza regolano la procedura per liberare un immobile occupato illegalmente. Tuttavia, la 431/1998 ha anche introdotto delle misure per favorire l’accesso all’alloggio per le categorie più deboli, (con il Fondo per la morosità incolpevole e l’Edilizia Residenziale Pubblica ERP). Mi sembra giusto difendere i diritti dei proprietari ma l’unica soluzione non dovrebbe essere l’incarcerazione dei disperati senza casa che occupano abitazioni vuote illegalmente, a mio parere si dovrebbe fornire un rifugio e un lavoro dignitoso (in base alla costituzione) agli ultimi.

Inoltre, se qualcuno venisse condannato per aver occupato un immobile illegalmente, per necessità, vorrà dire che non aveva una casa propria e pertanto dovrà per forza scontare la relativa pena in carcere e non agli arresti domiciliari. Visto che il tasso di sovraffollamento nelle carceri italiane è il 120% e visto l’inasprimento delle pene per questo reato (dl Sicurezza) è abbastanza facile prevedere un peggioramento della situazione carceraria. Invece di buttare via soldi per fare processi, fornire vito/alloggio in carcere e costruire nuove carceri, non sarebbe meglio risolvere il problema della mancanza di abitazioni per i poveri?

Forse la strategia più efficace potrebbe essere una combinazione delle seguenti soluzioni: “Metodo Housing First” cioè fornire ai senzatetto una casa stabile, senza condizioni preliminari (utilizzato con successo in Finlandia, Francia e Canada); incrementare l’edilizia sociale e fare la manutenzione delle strutture esistenti (come suggerito dal noto bloggista Alessio Andreoli); programmi di reinserimento lavorativo e la conversione di immobili inutilizzati in alloggi.

Più Abitazioni meno Armi!

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