È scontro interno alla stessa maggioranza di governo sulla polizza assicurativa anti-calamità, sia quella ormai obbligatoria per legge per le imprese, da stipulare entro il 31 dicembre 2024, sia quella ipotizzata dal ministro Nello Musumeci, ma non ancora attuata, per le case private.
A ogni alluvione o calamità, infatti, quasi come se ci trovassimo nel Giorno della Marmotta, il refrain suona sempre uguale “e ora chi paga?”. Per questo, dopo l’ultimo nubifragio che aveva messo in ginocchio l’Emilia-Romagna nel 2023, il governo aveva deciso di correre ai ripari, almeno sul fronte risarcimenti alle aziende, inserendo nella legge di bilancio 2024 l’obbligo per tutte le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, con l’eccezione di quelle agricole, di stipulare entro fine anno un’assicurazione su terreni, fabbricati, impianti e attrezzature industriali per tutelarsi dalle conseguenze di terremoti, inondazioni, frane e altre catastrofi.
Una polizza obbligatoria quindi per cui però, a pochi mesi dallo scattare delle eventuali sanzioni, manca ancora il decreto ministeriale che spieghi bene i dettagli di come attuarla. Tanto che a picconare da dentro la proposta ci ha provato per prima proprio una parlamentare di Fratelli d’Italia, Paola Ambrogio, che in un emendamento al decreto Omnibus, poi ritirato, ha chiesto di prorogare di un anno, al 31 dicembre 2025, il termine entro il quale le imprese sono tenute a stipulare la polizza. A frenare, però, è intervenuto subito il ministro della Protezione Civile Musumeci: “La polizza assicurativa per le aziende è obbligatoria, è stata approvata dal Parlamento nel dicembre scorso, è nella legge di bilancio 2024”. Immediatamente sostenuto da fonti del ministero delle Imprese e del Made in Italy che hanno fatto sapere che non ci sarà alcun rinvio per la norma, come concordato dal ministro Adolfo Urso e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Proprio lunedì, hanno fatto sapere ancora le fonti, si terrà al Mimit un incontro con le associazioni di categoria, per illustrare in via generale i contenuti dello schema di decreto attuativo per rendere operativo l’obbligo.
Eppure la norma, ricordiamo già votata e obbligatoria, non sembra proprio piacere a tutti. Anzi. Per il deputato della Lega, Stefano Candiani, sentito da Affariitaliani.it, lo Stato dovrebbe “incentivare un’assicurazione per cittadini e imprese con detrazioni fiscali o agevolazioni o altro e” allo stesso tempo “continuare a investire per mettere in sicurezza il territorio. Altrimenti se diventa un fare un’assicurazione e basta, di fatto si configura con una tassa a favore delle compagnie assicuratrici e non è certo una proposta condivisibile e accettabile”. Per Candiani, inoltre, ha senso “ragionare sulla tutela delle persone e delle cose nelle zone veramente a rischio, come quelle sismiche o con il pericolo di alluvioni”, ma non lo ha “in quelle situazioni e in quelle aree dove non ci sono pericoli”.
Stesso discorso per l’altra proposta, che spacca ancora di più la maggioranza. E cioè quella ventilata da Musumeci sulla possibilità di inserire una polizza anche per le case private. “C’è aperto un confronto e un ragionamento per capire se le compagnie assicurative sono disponibili. Noi puntiamo su un partenariato pubblico-privato e poi decidere se deve essere, come io sostengo almeno nella prima fase, facoltativo”, ha spiegato il ministro. “I costi per le polizze sarebbero certamente minori rispetto a quelli che servirebbero per ricostruire la casa se lo Stato non fosse più in condizioni di potere intervenire”, ha aggiunto, specificando che “non siamo più nelle condizioni di potere reggere nel mondo ad un impatto con le criticità ambientali che sono diventate ormai sempre più ricorrenti e di dimensioni davvero spaventose”. “Se ho una casa vicino al fiume mi metto al sicuro facendo l’assicurazione, come faccio per la macchina. Oppure delocalizzo. Abbiamo aperto un confronto, vedremo come finirà. Certamente lo Stato non è più nelle condizioni di poter approntare la risorsa necessaria per sempre e per tutti”, ha specificato ancora il ministro, sollevando però l’ira di opposizioni e colleghi della maggioranza.
Per Candiani sia lo Stato che i cittadini “devono prendere coscienza delle zone a rischio”, ma i cittadini devono poter “scegliere se aggiungere altre coperture o meno” mentre “spetta comunque allo Stato mettere in galera i ladri così come spetta allo Stato intervenire per mitigare i pericoli di terremoti o alluvioni”. Ancora più netto Matteo Salvini. Per il leader leghista e vicepremier, intervenuto a un evento di Confedilizia a Piacenza, lo Stato “può dare delle indicazioni, questo vale anche per l’assicurazione, può dare un consiglio, però non viviamo in uno Stato etico, dove lo Stato impone, dove lo Stato vieta o obbliga a fare”. Mentre per il presidente della regione Sicilia, Renato Schifani, non è possibile intervenire “in modo classista“. “Le polizze? – ha detto parlando con Bruno Vespa a Siracusa, nell’ambito dell’apertura di DiviNazione Expo – C’è chi può permetterselo e chi no. Secondo me bisogna affrontare queste calamità in chiave strutturale, organica e strategica, al di là della capacità dei singoli di potersi consentire una polizza o meno. La responsabilità delle istituzioni e del politico deve essere quella di fare in modo che i cittadini siano tutelati a tutto tondo da questi eventi, non in maniera quasi classista in base a chi può permetterselo o meno. Io devo tutelare i siciliani da questi eventi”.
Duri anche dall’opposizione. Per Irene Priolo, presidente facente funzioni della Regione Emilia-Romagna, “non ci può essere un ribaltamento sui cittadini e sulle imprese di interventi che lo Stato deve finanziare, non ci può essere uno scaricabarile sui cittadini e sulle imprese“. Non tutti, ha specificato, “possono permettersi un’assicurazione” senza dimenticare che alcuni ancora “non sono tornati a casa dopo l’alluvione del 2023” e “non hanno ancora ricevuto il credito d’imposta” e quindi “magari non hanno la possibilità economiche per farlo. Cosa facciamo, non tuteliamo il diritto alla casa?”.
Duro anche Angelo Bonelli di Avs che attacca: “Ora la risposta del governo alla crisi climatica è la polizza assicurativa a carico di famiglie e imprese. Mi accusano di aver iniziato una polemica sull’alluvione, ma contesto alla premier e lo rifaccio, che mentre l’Emilia Romagna e le Marche andavano sott’acqua lei all’assemblea di Confindustria diceva che la transizione ecologica è un disastro, mentre da quando è al governo si rifiuta, strategicamente, di non vedere i disastri causati dalla crisi climatica che dall’inizio di questa legislatura sono rilevanti dal punto di vista economico oltre 40 miliardi di euro”.