Mentre continuano gli attacchi in Libano contro Hezbollah e il timore di una guerra allargata porta l’attenzione internazionale sul confine Nord, non si ferma la pressione d’Israele sulla Striscia di Gaza. Nella mattinata di sabato, l’esercito di Tel Aviv ha compiuto un’altra strage bombardando la scuola al-Zeitoun, nella parte orientale di Gaza City. Secondo le ultime stime, si contano 22 morti, tra cui 13 bambini, sei donne e un neonato di tre mesi, con almeno 30 persone rimaste ferite e due ancora disperse.
Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno dichiarato che l’operazione ha portato all’uccisione dell’ufficiale dell’intelligence di Hamas Muhammad Mansour. Era una “fonte importante di conoscenze tecnologiche”, ha dichiarato l’Idf aggiungendo che nell’arco di una giornata circa 20 obiettivi sono stati colpiti dall’aeronautica militare in tutta la Striscia, tra cui edifici utilizzati dal gruppo. Nel frattempo, la 162ma divisione dell’Idf continua a operare a Rafah, nella parte meridionale di Gaza, dove nei giorni scorsi le truppe hanno trovato armi, ucciso uomini armati e distrutto siti utilizzati da Hamas. Nel corridoio Netzarim, che taglia Gaza da nord a sud, sono state schierate due brigate di riservisti.