Nuovo test elettorale per i partiti di maggioranza in Germania, incalzati dall’avanzata della destra estrema di Alternative für Deutschland. I 2,1 milioni di cittadini elettori del Land di Brandeburgo sono chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento regionale. Si tratta di una vera roccaforte socialista, dato che la Spd vi è al governo dal 1990, da fine 2019 a capo di una coalizione con Cdu e Verdi, ma nei sondaggi la AfD è in testa di appena un punto con il 28% dei consensi, contro il 27% del Partito Socialdemocratico. In lizza 14 partiti per eleggere 88 parlamentari in 44 circoscrizioni.
Il candidato di punta degli ultranazionalisti, Hans-Cristoph Berndt, usa toni anche peggiori di quelli impiegati in Turingia dall’omologo Bjorn Höcke e propone di escludere i richiedenti asilo da tutte le manifestazioni pubbliche incurante del fatto che un provvedimento del genere sarebbe incompatibile con la Costituzione, oltre che ricordare i divieti nazionalsocialisti. Il Governatore Dietmar Woidke (Spd) ha usato tutta la sua influenza per scongiurare il sorpasso. Dopo undici anni alla guida del Land, getterà la spugna se la Spd non uscirà dalle urne in testa: “È fondamentale che questo Land non abbia un grosso timbro marrone” (l’estrema destra di AfD). Una scommessa basata sulla propria popolarità a rischio di penalizzare i compagni di coalizione e quindi le chance di formare poi un nuovo Governo. Ma gli era già riuscito nel 2019: la Spd finì al 26,2% e la AfD al 23,5%.
Secondo il sondaggio diffuso venerdì dalla tv pubblica ZdF, la Cdu arriverebbe al 14% (nel 2019 era al 15,6%) e BSW di Sahra Wagenknecht al 13%. Invece la Linke crolla al 4% (dal 10,7%), i Verdi al 4,5% (dal 10,8%), mentre BVB/Freie Wähler al 3,5% non entrerebbe nel Landtag, salvo conquistare un mandato diretto, possibile solo se un candidato batte in una circoscrizione tutti gli altri. Stessa tendenza anche se con percentuali leggermente diverse riflette un sondaggio un po’ più vecchio della concorrente Ard.
Se questi dati venissero confermati, mancherebbe una maggioranza per un governo tra Spd e Cdu. I Verdi vogliono vedere anticipata di otto anni al 2030 la definitiva uscita dal carbone in Lusazia, contro la AfD che non vuole abbandonarla e anzi auspica un ritorno al nucleare. Anche se nel Land hanno governato senza screzi, sono penalizzati dai malumori legati al governo nazionale. Il BSW di Sahra Wagenknecht, senza neppure candidati per un mandato diretto, potrebbe così essere l’ago della bilancia. Il capolista Robert Crumbach esclude un’alleanza sia con i Verdi che con AfD, ma ammette contiguità con questi ultimi in tema di immigrazione: “In Germania abbiamo delle regole europee che da dieci anni non sono applicate, c’è stato Dublino II, c’è Dublino III… Sono semplicemente ignorate e abbiamo un problema”. La campagna di BSW è tagliata sulla leader Wagenknecht e i temi nazionali: contro i piani di riforma del ministro della Sanità Lauterbach (Spd); contro lo stazionamento di missili a medio raggio Usa e per rapide trattative di pace per porre fine alla guerra in Ucraina. Torna a livello regionale solo sulla politica scolastica, puntando il dito contro trent’anni di guida Spd.
L’altro partito che potrebbe prendere il posto dei Verdi se riuscisse ad entrare nel Landtag attraverso un mandato diretto è il BVB/Freie Wähler di Péter Vida che si dichiara un populista di centro. Vida si schiera per sgravi fiscali per “la popolazione che lavora” (un po’ come la Cdu che chiede di abolire il reddito di cittadinanza) e rivendica di aver già ottenuto la cancellazione dei contributi per lo sviluppo della rete stradale. Propugna una democrazia dal basso facilitando l’accesso ai referendum e per conquistare elettori non manca di distribuire per strada arance o “buoni per un freno al prezzo del kebab” con cui comprarne uno a metà prezzo in un locale di Bernau.
Il Land di Brandeburgo ha molte le zone rurali e un vivace tessuto economico, pur avendo affrontato trasformazioni e cambiamenti: dal 1991 a oggi ha visto la propria forza economica quintuplicarsi, con un parco scientifico di eccellenza a Potsdam con più di 40 istituti di ricerca e start-up. Ma non tutti hanno fruito della crescita e le divisioni sociali sono evidenti. Soprattutto nelle province con infrastrutture e collegamenti deboli, il senso di frustrazione è diffuso. In questo solco la AfD dipinge un ritratto del futuro a tinte fosche e alimenta i pregiudizi verso gli immigrati.
Jan Redmann, alla guida della Cdu ma indebolito dall’essere stato fermato ubriaco dalla polizia alla guida di un monopattino elettrico, insegue e promette: “Vogliamo aumentare il numero di poliziotti fino a 9.000 e istituire un’efficace polizia di frontiera”. Antje Töpfer, capolista dei Verdi, chiede di abbassare l’età dell’elettorato attivo da 16 a 14 anni, dato che tra i giovani aumenta la fascinazione per la AfD e dovrebbe quindi essere aumentata l’educazione politica nelle scuole per promuovere i valori della democrazia e l’attitudine al dibattito. Sebastian Walter della Linke chiede invece di combattere le cause della fuga dai Paesi d’origine dei migranti, invitando a fermare l’esportazione di armi e migliorare l’integrazione dando agli stranieri “dal primo giorno un permesso di lavoro“. Sui cartelloni si presenta come “Robin Hood”.
Il 59% degli intervistati nel sondaggio della ZdF vorrebbe comunque riavere Dietmar Woidke alla guida del Land, mentre solo il 16% gli preferirebbe Hans-Cristoph Berndt. Woidke basa la sua popolarità sulla crescita economica del Land, testimoniata dalla Giga Factory di Tesla, la nuova fabbrica per i treni ICE e la clinica universitaria a Cottbus, e l’attenzione alle politiche sociali, come gli asili nido gratuiti. Conscio dei malumori per il Governo federale, non ha voluto che il cancelliere Scholz comparisse al suo fianco nei comizi. I suoi cartelloni elettorali citano “chi vuole Woidke, vota Spd” e pare quasi un chiedere scusa che per avere il primo si debba votare la seconda. Scholz non si è scomposto anche se la sua circoscrizione elettorale e residenza sono a Potsdam, dicendo che è chiaro che nelle elezioni regionali non intervenga la politica federale. In realtà, per tutto il partito e il futuro del suo stesso governo una vittoria in Brandeburgo può rivelarsi determinante. Quando in Germania la sera usciranno gli exit poll, il cancelliere sarà impegnato a New York a un vertice delle Nazioni Unite. Sarà mezzogiorno e con un richiamo al cinema d’autore forse sentirà nelle orecchie il suono di un’armonica.