È Lando Norris il vincitore del GP di Singapore, dopo aver controllato la gara dall’inizio alla fine. Il britannico ha chiuso davanti a Max Verstappen (con oltre 21 secondi) e all’altra McLaren di Oscar Piastri. La Ferrari rimedia ai danni di sabato piazzandosi quinta (con Leclerc) e settima (con Sainz). Nel mezzo la Mercedes di Russell (4°). Hanno chiuso la top-10: Hamilton (6°), Alonso (8°), Hulkenberg (9°) e Pérez (10°). Diciottesimo Ricciardo (Racing Bulls) in quella che molto probabilmente sarà l’ultima gara della carriera in F1. Il prossimo appuntamento il 20 ottobre con il GP degli Usa ad Austin.

Non c’è niente da fare, se Lando Norris non commette qualche errore in gara, anche quando vince, non sarebbe lui. Lo ha fatto anche a Miami e a Zandvoort, stavolta però non con la pecca della partenza. Sarà stato il breve rettilineo, sarà stata una messa in temperatura della gomma migliore di altre volte allo start, ma il grave errore è stato quello di toccare due volte il muro — danneggiando l’ala anteriore e rischiando la sospensione anteriore sinistra — quando stava conducendo la gara con oltre 23 secondi di vantaggio su Verstappen. L’attenuante però è il clima infernale di Singapore, come hanno dimostrato a fine gara le facce dei piloti: rossi come un peperone.

Con la vittoria Norris continua a macinare punti contro Verstappen, ora distante in classifica Piloti di 51 punti a sei GP dalla fine. Il rammarico va per i 10 punti persi a Monza (per il sorpasso al via di Piastri) e i 7 in Ungheria (costretto a cedere la vittoria al suo compagno), che lo avrebbero portato ancora più vicino alla vetta. Per diventare un pilota costante e letale ci sarà da fare uno sforzo in più, il talento però è certo che non manca. Parlano i quasi 21 secondi di vantaggio alla bandiera a scacchi (quasi 30 dopo la metà di gara) sull’olandese, con la sua Red Bull completamente cambiata dopo un venerdì da dimenticare ma comunque lontana parente di quella di inizio anno.

L’ennesima dimostrazione di quanto il team papaya diretto da Andrea Stella sia stellare (altri 40 punti nei Costruttori portati a casa grazie anche al terzo posto di Piastri). E stavolta gli scettici non dicano che è colpa dell’ala posteriore flessibile vista a Baku, dato che questa vettura è la più completa di tutte e ha un passo impareggiabile. La dimostrazione (ennesima) c’era stata a Baku nel duello tra Piastri e Leclerc, ora ne è arrivata un’altra tra le strette vie di Singapore. Norris però dovrà dire addio alla possibilità di non fare calcoli aritmetici per vincere l’eventuale primo titolo della carriera: senza il punto del giro veloce non potrà infatti trionfare semplicemente in tutte le gare di stagione. Glielo ha tolto Daniel Ricciardo, destinato a lasciare per sempre le gare ufficiali di F1 per lasciare spazio ad Austin a Liam Lawson (pilota ufficiale per la Racing Bulls dalla prossima stagione). Un bel favore a Max, che ha apprezzato anche via radio, con quel “Grazie Daniel” pronunciato in favore dell’australiano.

Norris troverà però sulla strada un Verstappen che non si vuole arrendere, già conscio che il suo team ha detto addio al Mondiale Costruttori. Dovrà fare il Niki Lauda della situazione “Mad Max”, applicare la lezione che proprio l’austriaco fece a Lewis Hamilton nei primi anni in Mercedes dell’inglese: la costanza di risultati può risultare decisiva per vincere un campionato, specie se la macchina non c’è e se il divario creato a Imola (i 60 punti tra i due piloti) è al momento un bottino ancora rassicurante per sperare al quarto titolo della carriera. Sta facendo vedere tutta la sua maturità l’olandese, che sa spingersi al limite in pista ma anche capire quando è il caso di massimizzare piuttosto che tentare l’azzardo. La dimostrazione di quanto, dopo il Mondiale vinto nel 2021 contro Hamilton, la sua sia stata una crescita continua, anche nelle difficoltà.

Se davanti Norris e Verstappen potrebbero tenere vivo il duello fino ad Abu Dhabi, il noioso GP di Singapore ci dice ancora che Piastri è un pilota in grande crescita, in grado di metterci una pezza dopo un Q3 sabato non all’altezza. Il sorpasso su Russell valso il terzo posto è da applausi e garantisce al suo team di consolidare la vetta nei Costruttori. Il passo del britannico della Mercedes non era quello dell’australiano e nemmeno di Leclerc, ma è stato capace comunque di resistere all’attacco del monegasco negli ultimi giri, che ha ricostruito come possibile la gara buttata via sabato in qualifica.

Charles lo ha fatto con un ritmo da applausi (sull’1’36”) dopo la sosta per le dure a metà gara, che gli ha permesso di prendere sia Hamilton sia Russell. Un vero peccato per questa Ferrari, con il rammarico di un passo che c’era ed era inferiore solo alla McLaren. Sarebbe stato un podio quasi certo per Charles, quinto, mentre il suo compagno di box, Sainz, viaggiava di poco più lento e ha chiuso 7° (i due partivano 9° e decimo). La conferma però sono i grandi progressi fatti da Maranello dal GP di Spa in avanti, dopo il quartetto di gare horror tra Canada e Silverstone. Possibilità di togliersi altre soddisfazioni prima della fine ci saranno e la strada dettata da Vasseur è tornata e essere lineare e precisa come a inizio stagione.

Oltre la top-10 va segnalata la seconda gara solida dopo Baku di Franco Colapinto, 11° dopo una partenza decisa che ha portato il sorpasso sul compagno Albon (poi out per noie al motore). L’italo-argentino non è andato stavolta a punti (ha chiuso 11°) e farà di tutto per rimanere in F1 dal prossimo anno, cercando di convincere Mattia Binotto a farsi scegliere per il team Sauber al posto dell’emergente pilota di F2 Gabriel Bortoleto e di Valtteri Bottas.

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