È stato ai vertici della Fiat e di Maserati, nonché l’uomo-simbolo dell’ultima Ferrari vincente e il numero uno di Confindustria. Adesso guarda il desolante momento di Stellantis e non si trattiene, dicendosi triste: “L’Italia non ha più una produzione di automobili. Fiat non c’è più, Maserati non c’è quasi più e così Lancia e Magneti Marelli e Comau. Tutti marchi ex italiani, venduti ad azionisti esteri”.
Luca Cordero di Montezemolo infila una serie di critiche velenose a ciò che è diventato il gruppo presieduto da John Elkann, senza risparmiare neanche bordate agli industriali, finora timidi di fronte a quella che per i sindacati è una fuga strategica dall’Italia impostata dall’ad Carlos Tavares: “Il marchio Lancia si produce ancora ma all’estero, forse in Spagna, sicuramente non più nel nostro Paese. Persino la Fiat Seicento, simbolo della nostra industria nel dopoguerra è prodotta in Polonia, mentre – bombarda intervenendo alla mostra dedicata a Vincenzo Lancia – i nostri stabilimenti sono vuoti e gli operai vengono umiliati dalla cassa integrazione. Ci sarebbe da indignarsi, ma sento solo un silenzio assordante”.
Il Piemonte, ricorda Montezemolo, “è la casa dell’auto italiana, peccato che l’industria dell’auto sia praticamente scomparsa”. A Mirafiori – vale la pena ricordare – attualmente si produce solo la Fiat 500e e un modello di Maserati, con numeri bassissimi nel corso del 2024 che hanno portato a una raffica di ammortizzatori sociali e alla chiusura della fabbrica in due distinti periodi dell’anno. Con inevitabili ripercussioni sulla filiera piemontese dell’automotive, ormai allo stremo.
Il territorio, insiste, ha una “grande tradizione motoria anche se è preoccupante che l’industria italiana stia oggi scomparendo”. E si lascia andare ai ricordi: “Nel 1975 quando iniziai la mia avventura in Ferrari l’Italia era tre volte campione del mondo. Con Niki Lauda alla guida di Ferrari, con le Lancia nei rally e l’Alfa Romeo nel titolo mondiale marche. Oggi sembra vincere solo la cassa integrazione”.
Quella attuale, sottolinea, è “una stagione drammatica di deindustrializzazione” e si dice “sconcertato” dal “silenzio di tomba sul destino dell’industria automobilistica, ormai siamo solo l’ottavo produttore europeo di vetture”. Per questo spalanca le porte a investitori esteri, rompendo il tabù dell’ex Fiat come unico costruttore nel nostro Paese: “Dobbiamo attrarre investitori: dall’Europa, dall’America e anche dalla Cina. Non possiamo lasciar morire tutte quelle aziende di componentistica auto che hanno fatto avanzare il Paese”. Montezemolo non risparmia neanche una stilettata riguardo all’inchiesta sui fratelli Elkann – John, Lapo e Ginevra – che ha portato al sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro: “È tutto molto triste, non mi faccia dire altro”.