Perini Navi soppesa la richiesta di un risarcimento danni milionario alla vedova di Mike Lynch per l’affondamento del Bayesian. Il cantiere che ha costruito la nave andata a picco in 16 minuti all’alba del 19 agosto a Palermo, ha dato mandato ai proprio legali per valutare per i danni d’immagine che sarebbero seguiti alla disgrazia che ha causato la morte di 7 persone, tra le quali il magnate inglese.

The Italian Sea Group, la società guidata dall’imprenditore Giovanni Costantino che nel 2021 aveva rilevato il marchio Perini Navi nelle more del fallimento del cantiere viareggino, è stata del resto fin da subito molto aggressiva nei confronti della vicenda, per la quale ha immediatamente accusato l’equipaggio di aver commesso una sequela di errori grossolani. La società, che è quotata in borsa, ora detiene gli asset del cantiere di Viareggio che nel 2008 costruì la nave di 56 metri che, a differenza delle sue gemelle, aveva un solo albero, di 75 metri in alluminio, il più alto al mondo di questo tipo.

Il Giornale di Sicilia, riferendo la notizia, ha spiegato che il gruppo Tisg ha dato incarico allo studio legale BdP Marine & Law, rappresentato dall’avvocato Tommaso Bertuccelli. Il quotidiano ha inoltre parlato di un’azione legale da avviare al Tribunale di Termini Imerese, con una richiesta di oltre 200 milioni appunto per i danni di immagine legati al naufragio del panfilo, ma Costantino a stretto giro ha smentito che si sia andati oltre il generico mandato dichiarando che “nessun rappresentante legale dell’azienda ha esaminato, né firmato, né autorizzato alcun atto di citazione”.

Tuttavia il quotidiano toscano La Nazione, nel dare conto della smentita di Costantino, sottolinea come “l’atto per avviare la causa risarcitoria a tutela del marchio Perini – di cui TISG è titolare – è stato depositato in data 20 settembre 2024 presso la cancelleria del tribunale di Termini Imerese da parte dello studio legale BdP Marine & law di Viareggio”. Il giornale quindi prende “atto che TIGS non si riconosce nell’azione risarcitoria promossa dallo studio legale di cui sopra, e come dichiarato non ha autorizzato il deposito”. Secondo La Nazione il cantiere avrebbe già perso dei contratti a causa della disgrazia.

Sia come sia, a essere chiamata in causa da un’azione del genere sarebbe la Revtom Limited con sede nell’isola di Man, amministrata formalmente da Angela Bacares, la vedova del fondatore dell’azienda di cybersicurezza Darktrace, che rappresenterebbe quindi l’armatore del Bayesian, responsabile, in base al codice della navigazione, dei danni provocati dall’equipaggio, e gli operatori globali della nautica di lusso, Camper & Nicholsons International, ai quali era affidato il compito di gestire l’imbarcazione che – secondo i legali di TISG – avrebbero selezionato un comandante non all’altezza della situazione per governare uno yacht così tecnologicamente avanzato.

Inevitabile, poi, il coinvolgimento dei tre componenti dell’equipaggio che sono stati indagati dalla Procura per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, ovvero il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffith che era di guardia in plancia la notte della tragedia.

La famiglia Lynch, secondo quanto scrivono alcuni quotidiani inglesi, sarebbe “molto dispiaciuta” per la mossa, ma non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito. Un decisivo contributo alla verità sulla vicenda arriverà solo dopo il recupero del relitto. Proprio nei giorni scorsi sono state avviate le manovre preparatorie all’operazione. E i sommozzatori che stanno esaminando il relitto, secondo la Cnn, hanno chiesto una sorveglianza rafforzata, nel timore che dati sensibili che sarebbero custoditi nelle casseforti del veliero possano interessare governi stranieri, come quelli di Russia e Cina.

A bordo dell’imbarcazione potrebbero esserci informazioni altamente riservate legate ad alcuni servizi di intelligence occidentali. Secondo l’emittente americana, che cita un funzionario coinvolto nei piani di recupero sul Bayesian, che giace sul fondale marino a circa 50 metri di profondità, ci sarebbero delle casseforti a tenuta stagna contenenti due hard disk super-crittografati con informazioni altamente classificate, tra cui codici di accesso e altri dati sensibili.

Aggiornato da redazioneweb alle 13.00 del 22 settembre 2024

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