Doveva essere il nuovo missile balistico capace di essere caricato con testate nucleari e capace di colpire in ogni angolo della terra, ma il nuovo Sarmat russo non riesce a passare i test di affidabilità. Secondo quanto riferisce il progetto Osint MeNMyRC che si basa sullo studio delle immagini satellitari e sui dati dei voli di aerei da ricognizione americani, il missile intercontinentale è esploso prima del decollo e di lui, ormai, rimane solo un enorme cratere nella piattaforma di lancio della città russa di Plesetsk.
My thanks to @MT_Anderson for providing this Planet Labs imagery and allowing me to publish it with comments.
As is readily apparent, the RS-28 Sarmat test was a complete failure. The missile detonated in the silo leaving a massive crater and destroying the test site. The… https://t.co/FuKIaTNFVs pic.twitter.com/AuIpQRrDLa
— MeNMyRC (@MeNMyRC1) September 21, 2024
“Come è evidente, il test RS-28 Sarmat è stato un fallimento totale – spiegano gli esperti – Il missile è esploso nel silo lasciando un enorme cratere e distruggendo il sito del test. Il Sarmat è un missile a combustibile liquido, quindi questo incidente potrebbe essersi verificato separatamente rispetto all’effettiva attività di lancio. Il primo e ultimo test riuscito del Sarmat è stato il 20 aprile 2022. Questo è almeno il quarto tentativo di test fallito del missile balistico intercontinentale pesante Sarmat”.
Un risultato ben al di sotto delle aspettative. Quando è stato presentato dal capo dell’agenzia spaziale di Mosca Yuri Borisov, il Sarmat doveva essere l’arma suprema capace di permettere a Mosca di competere a livello mondiale con gli Stati Uniti. Il missile Sarmat RS-28 era stato testato nell’aprile del 2022 in un evento seguito in diretta da Putin e celebrato con toni trionfalistici, anche se il Pentagono in quell’occasione lo aveva liquidato come un’operazione di “routine” che non rappresentava una seria “minaccia”. È ad armi come queste che Mosca si affida per ribadire il proprio ruolo di potenza nucleare globale: fallimenti di questo genere, quindi, rappresentano un duro colpo per l’immagine della Federazione.