“Noi rischiamo di consegnare il destino della nostra vita per l’assetto del territorio e per la salute alle assicurazioni. Ma se uno Stato non mi garantisce la sicurezza del mio territorio, la sanità, la scuola, allora che cosa fa?“. È il duro commento dell’ex ministra della Sanità Rosy Bindi, ospite della trasmissione In altre parole (La7), sulla proposta del ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, circa l’obbligatorietà delle polizze assicurative in casi di disastri naturali per le case, oltre che per le imprese.
A riguardo, Bindi sottolinea: “L’assetto del nostro territorio e la capacità di far fronte al cambiamento climatico sono un problema di tutti. E questo governo invece ci dice che ciascuno di noi se lo deve risolvere in modo proprio? Facendo un’assicurazione? Ma come si fa a far fronte al costo dei danni che provocano un terremoto o un’alluvione? – continua soffermandosi sulle polizze per le imprese – Sapete cosa hanno fatto le assicurazioni? Hanno chiesto alla finanziaria del Ministero dell’Economia di riassicurarle per 4 miliardi. Non è che le assicurazioni siano dei benefattori”.

L’ex presidente dell’Antimafia biasima anche la gragnola di accuse lanciate dal governo Meloni contro Stefano Bonaccini per le alluvioni in Emilia Romagna: “È singolare che quello stesso governo che con l’autonomia differenziata vuole assegnare alle Regioni 26 materie, quindi praticamente uno smembramento dello Stato italiano, abbia nominato commissario per l’emergenza e per la ricostruzione dell’alluvione dello scorso anno, non il presidente della Regione, come è sempre successo in passato, ma un generale, cioè il generale Figliuolo – prosegue – C’è da chiedersi se era proprio la persona giusta per far fronte a delle questioni che richiedono competenze anche un po’ manageriali, perché si tratta di accelerare la burocrazia e di riuscire a spendere i soldi che sono a disposizione. È quindi singolare che un governo che non nomina il presidente della Regione, poi attribuisca al presidente della Regione le responsabilità delle cose che non sono state fatte. Se si sono assunti la responsabilità di nominare un commissario, la prima persona alla quale si chiede ragione delle cose fatte o non fatte è il commissario nominato dal governo“.

E aggiunge: “Quei soldi che sono stati mandati dal governo sono stati spesi tutti, ma sono briciole rispetto ai denari che sono necessari per ristrutturare il territorio di quella regione. Noi non ci rendiamo conto che abbiamo un assetto che se la cavava col clima di prima, non più col clima di oggi. Quando in poche ore cade la pioggia che prima cadeva in tre, quattro, cinque, sei mesi, è evidente che ci sono da fare dei lavori di riassetto del territorio. Non c’è soltanto da gestire un’emergenza, ci sono da fare dei lavori seri di prevenzione. Questo – conclude – è anche il governo negazionista sulla crisi climatica, perché si definiscono ideologiche le politiche della transizione climatica, ma invece ci dobbiamo rendere conto che noi questa terra la stiamo distruggendo. Allora, l’unico modo che abbiamo è fare investimenti seri e adottare una strategia. Non si vive sulla propaganda, specie in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo”.

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