Scuola

Cagliari, una classe di soli (o quasi) migranti e una di italiani: finisce davanti al provveditorato il caso della scuola Satta

Una sezione con dodici alunni migranti e quattro italiani e un’altra con quindici allievi sardi e due arrivati da altri Paesi. A dare il via alla prima A e alla prima B della scuola Satta di Cagliari è stata la dirigente scolastica Elizabeth Piras Trombi Abibatu che, contravvenendo ai criteri che stabiliscono le formazioni dei […]

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Una sezione con dodici alunni migranti e quattro italiani e un’altra con quindici allievi sardi e due arrivati da altri Paesi. A dare il via alla prima A e alla prima B della scuola Satta di Cagliari è stata la dirigente scolastica Elizabeth Piras Trombi Abibatu che, contravvenendo ai criteri che stabiliscono le formazioni dei gruppi classe per assecondare le esigenze delle famiglie, si è trovata con il dito puntato contro da parte di alcuni genitori per aver composto “classi ghetto”.

Una decisione – secondo le informazioni raccolte da ilfattoquotidiano.it all’interno della scuola – presa in solitaria dalla preside senza ascoltare i consigli dei docenti che le avrebbero chiesto di fare diversamente. Un caso finito sulla scrivania del direttore regionale dell’ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani che è prontamente intervenuto, tanto che nella stessa giornata di oggi si terrà un collegio docenti per rivedere la formazione delle due sezioni e trovare una soluzione che possa garantire un maggiore equilibrio tra bambini italiani e di origine straniera.

Il numero uno dell’Usr già nei giorni scorsi aveva parlato con la dirigente per comprendere quanto fosse accaduto e stamattina ha inviato due dirigenti tecnici per effettuare un’ispezione: “Si è trattato – spiega al nostro giornale – di un problema organizzativo dove i tentativi fatti, in buona fede, dalla dirigente per andare incontro alle esigenze di molti non hanno prodotto il risultato migliore. Si dovranno rivedere le formazioni delle classi in modo da rispettare i criteri stabiliti dal collegio docenti com’è previsto dalla norma. La scuola è un servizio pubblico non è à la carte. Sono fiducioso che la situazione possa essere risolta al più presto”.

A sollevare la questione nei giorni scorsi sono stati proprio i genitori dei ragazzi migranti che chiedono di “non isolare i figli”. D’altro canto, invece, molte famiglie di italiani hanno minacciato il trasferimento in un’altra scuola se si dovesse decidere di rifare la composizione delle classi. Uno scontro che è finito sotto la lente anche del Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione, Carla Puligheddu: “Innanzitutto è corretto considerare che tra gli adulti di riferimento ci sono categorie, ruoli, professioni e che dietro i criteri e l’applicazione delle norme che disciplinano la composizione delle classi, ci sono sempre persone e sensibilità. Ci sono aspettative e ci sono priorità. Ma soprattutto, ci sono i diritti dei bambini e delle bambine da tutelare, primo tra tutti, il loro superiore interesse. Ho appreso – ha scritto – la notizia dalla cronaca del quotidiano “L’Unione Sarda” dove i commenti descrivono alcune posture estremamente imbarazzanti che raccontano soprattutto i desiderata degli adulti”.

Puligheddu se la prende con i genitori: “Nessuno ha pensato di invertire la prospettiva, nell’ottica della responsabilità e della lungimiranza, per valutare chi fosse maggiormente penalizzato da questa distribuzione iniqua delle due classi. Sono convinta che, se la composizione non dovesse cambiare, a tutte e tutti verrebbe negato il diritto di crescere in una dimensione multietnica”. Un caso simile era avvenuto nei giorni scorsi a Fondi all’interno dell’istituto Alfredo Aspri dove erano state formate una classe composta solamente da alunni indiani e bengalesi, una da albanesi e pakistani e, infine, una da soli italiani. Anche in questo caso dietro ci sono state le esigenze dettate dai genitori che hanno chiesto in blocco il nulla osta per trasferire i propri figli per la presenza dei migranti e allo stesso tempo la comunità indiana che ha reclamato una reale integrazione. Situazione risolta ancora una volta con l’intervento dell’Usr Lazio chiedendo di riequilibrare le classi prime “con l’obiettivo di ristabilire un giusto bilanciamento tra studenti italiani e stranieri”.