Enrico Costa fa un passo indietro. L’ormai ex deputato di Azione, recentemente tornato tra i ranghi di Forza Italia, si è dimesso da presidente della Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio. A darne l’annuncio è lo stesso Costa, che ha rassegnato le sue dimissioni con una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana.

Col ritorno nel partito di Arcore del parlamentare si era aperto un problema istituzionale, come ha raccontato Il Fatto Quotidiano. Per prassi, infatti, di solito la poltrona di presidente della Giunta per le Autorizzazioni – che decide sulle richieste arrivate dai magistrati relative a indagini e procedimenti sui deputati – spetta a un esponente dell’opposizione. Nonostante abbia prodotto numerose proposte di legge poi approvate anche coi voti della maggioranza, però, Costa faceva formalmente parte dell’opposizione. Almeno finché era un deputato di Azione. Tornando in Forza Italia, invece, è diventato a tutti gli effetti un esponente del centrodestra. Non esiste un obbligo di legge che impone al parlamentare di dimettersi dopo il cambio di casacca. Ecco perché Costa, interpellato dal Fatto, aveva fatto capire che avrebbe preferito rimanere al suo posto: “Se ci fosse un profilo regolamentare che imponesse un mio passo indietro non indugerei a farlo, diversamente sarebbe una rivendicazione politica del tutto legittima da parte di chi me lo dovesse chiedere ma non determina un automatismo”.

Adesso, però, il parlamentare ha optato per il passo indietro. “Sono stato eletto Presidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei Deputati all’unanimità e ho cercato di condurre i lavori con equilibrio, consapevole della responsabilità affidatami. Mei giorni scorsi ho aderito al Gruppo parlamentare di Forza Italia, spiegandone nel dettaglio le ragioni politiche. Dal punto di vista regolamentare, questa scelta è del tutto priva di conseguenze in relazione all’incarico da me ricoperto, e ciò è confortato da numerosi precedenti”, scrive il padre del “bavaglio” sulle ordinanze di custodia cautelare nella sua lettera al presidente Fontana. “Tuttavia – aggiunge Costa – oltre al profilo giuridico, per cui sarebbe assolutamente legittimo mantenere il ruolo in cui sono stato eletto, senza trascurare il fatto che nessuno muove obiezioni di merito al lavoro svolto, prendo in considerazione anche il piano politico-istituzionale. Ritengo infatti che la Giunta vada tutelata con la responsabilità di scongiurare tensioni che posso giudicare strumentali, ma che la distoglierebbero dai suoi compiti delicati”.

Dal 1996 in poi il presidente della Giunta di Montecitorio è sempre stato un esponente d’opposizione. Fa eccezione Roberto Giachetti, all’epoca esponente del Pd poi passato a Italia Viva. In carica col primo governo di Giuseppe Conte (M5s e Lega), è rimasto in carica col secondo esecutivo guidato dall’attuale leader del M5s (appoggiato dal Pd), ma anche con l’esecutivo di Mario Draghi. Lo stesso è accaduto al Senato, escludendo l’ultima legislatura quando Maurizio Gasparri rimase in carica anche col governo dell’ex presidente della Bce.

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