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Iran, anche i pasdaran temono il sabotaggio dei cercapersone: vietata ogni comunicazione. “L’ex presidente Raisi ne aveva uno con sé”

L’attacco contro Hezbollah con cercapersone e walkie-talkie riempiti di esplosivo ha seminato il panico tra le milizie della Mezzaluna Sciita. Il Partito di Dio, dopo aver invitato i suoi seguaci a non utilizzare smartphone o apparecchi collegabili a Internet adesso teme i sabotaggi di Israele, ma lo stesso vale anche per le Guardie della Rivoluzione iraniana, colpite in maniera più lieve dal cyberattacco di Tel Aviv ma con l’ambasciatore a Beirut che ha perso un occhio. Così, i pasdaran hanno ordinato ai propri membri di non utilizzare qualsiasi dispositivo di comunicazione. E un deputato del Majlis ha addirittura ipotizzato che dietro all’incidente in elicottero che ha provocato la morte dell’ex presidente Ebrahim Raisi possa nascondersi proprio un cercapersone manomesso.

Funzionari della sicurezza di Teheran hanno raccontato a Reuters che è in corso un’operazione su larga scala dei pasdaran per ispezionare tutti i dispositivi, non solo apparecchiature di comunicazione, e che la maggior parte di questi sono prodotti localmente o importati da Cina e Russia. Ma fino a quando questa revisione non sarà completata, sarà complicato per le Guardie della rivoluzione mantenere comunicazioni regolari con i propri uomini sparsi fuori dai confini, soprattutto in Libano e Siria. Un duro colpo alle capacità operative delle milizie fedeli alla Guida Suprema.

Secondo i funzionari intervistati, in Iran è forte la preoccupazione per presunte infiltrazioni nel Paese da parte di Israele, sia con agenti propri che con iraniani assoldati da Tel Aviv, e sono in corso inchieste al riguardo, mentre ieri i pasdaran avevano fatto sapere che 12 persone accusate di essere “agenti che collaborano con il regime sionista” sono state arrestate in sei diverse province del Paese. “Per ora stiamo utilizzando la crittografia end-to-end nei sistemi di messaggistica”, ha affermato un funzionario della Sicurezza senza fornire ulteriori dettagli su come i 190mila membri delle Guardie della Rivoluzione comunichino tra loro, mentre hanno contattato Hezbollah per valutazioni tecniche sui cercapersone e i walkie-talkie esplosi in Libano.

Ma secondo un altro funzionario c’è di più: Israele vorrebbe sabotare siti nucleari e gli stabilimenti missilistici iraniani e “dall’anno scorso le misure di sicurezza in questi siti sono aumentate in modo significativo”, aggiungendo che “non ci sono mai state misure di sicurezza così rigide ed estreme come quelle attuali”.

L’episodio dei cercapersone ha talmente colpito la Repubblica Islamica che la questione è arrivata anche nell’assemblea generale, dove Ahmad Bakhshayesh Ardestani, deputato e membro della Commissione per la Sicurezza Nazionale e la Politica Estera, ha lasciato intendere che un cercapersone, simile a quelli usati per colpire Hezbollah in Libano, potrebbe essere esploso all’interno dell’elicottero sul quale viaggiava a maggio l’ex presidente iraniano Ebrahim Raisi, facendolo schiantare. Dalle immagini delle esplosioni circolate sembra difficile, comunque, che quella carica di esplosivo fosse sufficiente a far precipitare un mezzo come quello che trasportava il capo di Stato, ma non si può escludere che possa trattarsi di un sabotaggio ad personam e quindi svolto con altri mezzi.

“Uno scenario probabile riguardo l’incidente in elicottero in cui è morto il presidente iraniano Ebrahim Raisi è l’esplosione del suo cercapersone – ha detto Ardestani – Raisi utilizzava un cercapersone, sebbene il suo modello potrebbe essere diverso da quelli in possesso dei militanti di Hezbollah”, ha poi precisato sottolineando come la Repubblica Islamica potrebbe aver un ruolo nell’acquisto dei cercapersone. “(Le forze iraniane, ndr) hanno sicuramente avuto un ruolo nell’acquisto dei cercapersone di Hezbollah, pertanto anche le nostre agenzie di intelligence devono indagare su questa questione”.

Questa teoria ha iniziato a circolare la scorsa settimana dopo che è diventata virale una foto che mostrava Raisi con vicino un cercapersone appoggiato su un tavolino. Secondo l’indagine conclusa dal governo iraniano, tuttavia, a causare l’incidente dell’elicottero sono state le condizioni meteorologiche avverse e la fitta nebbia. Il rapporto ha anche escluso deviazioni dalla rotta di volo, informazioni errate sulla rotta e interferenze esterne come fattori dello schianto avvenuto in una zona montuosa nella provincia dell’Azarbaigian iraniano. Inoltre, il pilota non ha segnalato alcuna situazione di emergenza.