L’hanno criticato, e ci stava dati i risultati. L’hanno processato, persino deriso, e questo molto meno, a conferma di un certo atteggiamento di una certa stampa sportiva, sempre forte con i deboli e molto meno con i forti, ma questa è un’altra storia. Dopo appena quattro partite e poco più di due mesi sulla panchina del Milan, era diventato il capro espiatorio perfetto per una situazione difficile e le cui eventuali responsabilità, semmai, stavano altrove. Quasi lo zimbello di Milano. Il derby è chiaramente la rivincita di Paulo Fonseca. Il Milan non batteva l’Inter da due anni esatti e nelle ultime sei sconfitte di fila che tanto pesavano sull’ambiente non c’era certo lui in panchina. Ci arrivava dopo la figuraccia europea contro il Liverpool, più imbarazzante di quanto dicesse il punteggio, con una squadra allo sbando e senza più certezze tecniche o tattiche, una piazza destabilizzata e preparata al peggio. Insomma il derby era il sacrificio finale e l’allenatore la vittima designata. Fonseca non soltanto lo ha vinto, sfatando il tabù contro ogni pronostico, ma lo ha fatto a suo modo.

Non è arretrato di un centimetro di fronte alle critiche che gli erano state mosse sull’assetto della squadra. Addirittura ha rilanciato con una formazione quasi provocatoria: due punte con Abraham al fianco di Morata e Pulisic e Leao ai lati, per un 4-2-4 in piena regola che sembrava un suicidio contro le ripartenze dell’Inter. Se avesse perso così, con questo schieramento, non soltanto sarebbe stato esonerato (comunicati di rito e articoli erano già pronti), ma metaforicamente lapidato in piazza da critica e tifosi. Invece ha avuto ragione lui. La mossa tattica ha mandato in tilt l’Inter di Inzaghi, prevedibile e presuntuosa. Ma ben al di là degli uomini e delle pedine spostate sullo scacchiere, Fonseca ha dimostrato di avere personalità e di tenere complessivamente in mano lo spogliatoio, dando vita ad una partita che nessuno credeva che il Milan potesse fare in questo momento: coraggiosa, intensa e ordinata. Il risultato lo ha premiato per i suoi meriti.

Per la prima volta da quando è stato incaricato, Fonseca questa settimana non sarà in discussione: questo è il lascito immediato del derby, che fa miracoli. Il vero tema però è quale sarà l’effetto a lungo termine. Ci sono tre scenari. Il primo da sogno: il derby rappresenterà la classica sliding door del campionato del Milan, che come in una favola dopo questa vittoria si trasformerà da brutto anatroccolo in cigno, lottando per lo scudetto. Il Milan però non ha risolto come per magia tutti i suoi problemi: il successo è stato frutto più dei demeriti dell’Inter che dei meriti rossoneri, che nel primo tempo hanno continuato a mostrare lacune difensive, davanti hanno sprecato l’impossibile, mentre l’involuzione di Leao è sempre più preoccupante. Il secondo scenario allora è il rischio opposto: che il derby nasconda solo per un po’ la polvere sotto al tappeto, rinviando la crisi di qualche settimana, quando sarà ancora più difficile intervenire.

La terza ipotesi, quella più realistica, è ciò che i tifosi rossoneri davvero dovrebbero augurarsi: che il Milan cominci a funzionare con Fonseca, nel bene e nel male. Il portoghese probabilmente non sarà il miglior allenatore possibile: non era un brocco prima e non diventa un fenomeno adesso, la sua carriera è sotto gli occhi di tutti, così come pregi e difetti. Ma un cambio in corsa così repentino è un salto nel buio dalle conseguenze rischiose e imponderabili, come insegna il caso del Napoli lo scorso anno, a maggior ragione visto che le alternative non sono di livello (a parte Allegri, che difficilmente una società che non ha voluto Conte potrebbe prendere in considerazione, e forse Sarri). In fondo in sole due partite i rossoneri hanno recuperato 5 punti dall’Inter e recuperato una situazione che poteva essere già compromessa. Adesso Fonseca può davvero ripartire da zero. E provare a normalizzare, fosse anche in una dignitosa mediocrità, un’annata partita col piede sbagliato. Salvata la panchina, adesso bisogna salvare la stagione.

X: @lVendemiale

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