L'iniziativa di Project 1882, organizzazione svedese, approda anche nel nostro Paese grazie alla LAV per mostrare foto, video e testimonianze eccezionali. Si comincia da Bologna e Torino
Di Lorenza Bianchi, Lav Italia
Un tir, 6 schermi, 15 paesi e 16 organizzazioni: dopo 14 tappe in giro per l’Europa, il tour di Project 1882, organizzazione svedese per la tutela dei diritti degli animali, arriva finalmente in Italia grazie a LAV per mostrare con foto, video e testimonianze eccezionali come vivono davvero i miliardi di animali ancora rinchiusi negli allevamenti europei, inclusi quelli italiani. Il tour, dal titolo “Euro Tour 2024 – For the Animals”, ha l’obiettivo di coinvolgere il pubblico in un’esperienza partecipata e forte che possa aiutare cittadini e responsabili politici a prendere decisioni informate.
Prima tappa italiana è la città di Bologna, seguita da Torino. Le due città si trovano in Pianura Padana, zona d’Italia a più alta densità zootecnica, dove le ripercussioni anche sulla qualità dell’aria e sull’inquinamento ambientale, in primis a causa dell’ammoniaca che deriva proprio dai liquami provenienti dagli allevamenti, sono gravi. E proprio da queste due piazze simbolo discuteremo delle implicazioni di questo sistema produttivo basato sullo sfruttamento di milioni di individui e sulla loro sofferenza sistematizzata come parte essenziale dell’ingranaggio, e sulle conseguenze deleterie sull’ambiente e sul territorio su cui queste fabbriche di animali incidono. Sarà occasione di raccontare l’esperienza di diversi comitati cittadini, che in diverse zone del nord Italia si sono opposti all’apertura o ampliamento di queste strutture, per dare un chiaro segnale alle istituzioni e alle amministrazioni locali che è giunto il momento di cambiare direzione.
Emblema del fallimento di questo sistema è la gestione della Peste suina africana, che proprio in questo momento sta dilagando negli allevamenti di maiali del nord Italia per la grave carenza nell’applicazione delle cosiddette misure di biosicurezza da parte degli operatori, necessarie proprio per la condizione in cui gli animali sono detenuti e confinati in questi stabilimenti. E qui le risposte delle istituzioni sono state due: uccidere in modo cruento i maiali (già oltre 60 mila in questa ondata) e indennizzare gli allevatori. Sono due risposte inaccettabili e insostenibili, e proprio quei fondi usati per tenere in piedi un sistema che non funziona potrebbero e dovrebbero invece essere utilizzati per la riconversione degli allevamenti in altre attività produttive. Con enorme beneficio per la collettività.
E la partita si gioca anche in Europa: dopo le elezioni europee dello scorso giugno 2024, nei prossimi mesi si intensificherà la discussione sulle modifiche necessarie alla legislazione dell’UE per la tutela degli animali allevati. Il pacchetto normativo comprende i regolamenti sul trasporto di animali vivi, sulla macellazione, e tutte le direttive che stabiliscono requisiti di tutela per le diverse specie. Ad oggi, solo quattro specie sono coperte da normativa specifica, mentre tutte le altre ricadono nella normativa generale sugli animali allevati che si presta a interpretazioni e applicazioni fantasiose in assenza di controlli serrati. L’urgenza di questa riforma deriva dal fatto che tutti questi atti normativi sono obsoleti e superati dalla conoscenza scientifica che si è evoluta negli ultimi decenni, e non riflettono il sentire delle persone e l’evoluzione della società verso una considerazione diversa degli animali, inclusi quelli allevati a scopi alimentari.
La tutela degli animali allevati è una questione che ci riguarda tutti da vicino e che deve essere al centro dell’agenda dell’UE. Legata all’Euro Tour è la petizione per chiedere all’Europa di mantenere le promesse fatte e dire stop alla sofferenza degli animali allevati, a partire da regole più stringenti, fino al sostegno attraverso incentivi e normative a una transizione verso produzioni e consumi vegetali, senza sofferenza e con innegabili implicazioni positive anche per l’ambiente, il clima e la nostra salute. Ricordiamo che tra i neoeletti eurodeputati, 105 (tra cui 15 italiani) hanno firmato il manifesto Vote for animals con i suoi cinque punti programmatici (su dieci) che riguardano proprio la maggiore tutela per gli animali allevati e il sostegno attivo alla transizione alimentare. Dalle tappe italiane dell’Euro Tour ricordiamo ai nostri rappresentanti in Europa la necessità di agire con urgenza e determinazione, tenendo presente che oltre che verso gli animali, le istituzioni europee hanno un dovere democratico di tenere conto di quanto gli europei hanno chiesto attraverso le Iniziative dei cittadini (ICE) attraverso cui milioni di persone hanno firmato contro le gabbie e contro le pellicce, con rispettivamente più di 1,4 e 1,5 milioni di firme raccolte e validate.