Jannik Sinner torna in campo. Il numero uno al mondo, che dopo la vittoria agli US Open era tornato a Sesto Pusteria per fare visita alla zia, morta domenica 22 settembre dopo una lunga malattia, è atterrato in Cina, dove difenderà il titolo del 500 di Pechino conquistato lo scorso anno. Sorteggiato il tabellone, il suo torneo comincerà il 26 settembre (orario da definire), quando affronterà il tennista cileno Nicolás Jarry, e, in caso di passaggio del turno, saranno Grigor Dimitrov, Andrej Rublev e, in finale, Carlos Alcaraz i suoi possibili avversari per ordine di seed. La rivalità con il fenomeno spagnolo potrebbe quindi arricchirsi di un’altra splendida battaglia, la prima nella finale di un 500, in una tournée asiatica che si prevede ricca di impegni, tra cui anche il Masters 1000 di Shanghai, al via il prossimo 2 ottobre.
Un calendario fitto, quindi, a cui i giocatori dovrebbero essere abituati, ma che continua a suscitare polemiche. Di pochi giorni fa, infatti, è stato l’appello lanciato proprio da Alcaraz contro i troppi impegni previsti dall’Atp: “Il calendario è così serrato che a volte ho davvero voglia di prendermi dei giorni per me, ma non posso perché devo allenarmi. A volte succede che non abbia voglia di giocare un torneo: sarò sincero, mi sono sentito così spesso. Mi è capitato di non essere per nulla motivato“, aveva detto lo spagnolo durante la Laver Cup di Berlino.
Da Pechino, invece, è arrivata la replica di Sinner che, in conferenza stampa, è stato chiamato a parlare dell’argomento: “In questi anni, il calendario è piuttosto lungo, ma bisogna scegliere“, sottolinea il numero uno al mondo. Che ha fatto capire di non condividere la polemica del collega Alcaraz: “Certo, ci sono tornei obbligatori, ma un giocatore può comunque scegliere. Non devi giocare per forza: se vuoi giochi, se non vuoi non giochi. Io, per esempio, ho saltato alcuni tornei perché volevo allenarmi, ci sono delle scelte dietro”. “Poi sicuramente la stagione è lunga e non è facile”, conclude Sinner.