Calcio

Attaccanti in cerca di riscatto: così Lautaro e Vlahovic stanno vivendo l’astinenza dal gol in maniera differente

Erano stati i due calciatori più prolifici della passata stagione: ora devono superare la crisi

Alla ricerca del gol perduto. Il Torino capolista, il Milan torna a vincere un derby dopo due anni e gli attaccanti più prolifici della passata stagione non riescono a sbloccarsi: un inizio di campionato sorprendente quanto paradossale. Dusan Vlahovic e Lautaro Martinez, i due centravanti più costosi della Serie A ,sono in crisi: 2 gol […]

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Alla ricerca del gol perduto. Il Torino capolista, il Milan torna a vincere un derby dopo due anni e gli attaccanti più prolifici della passata stagione non riescono a sbloccarsi: un inizio di campionato sorprendente quanto paradossale. Dusan Vlahovic e Lautaro Martinez, i due centravanti più costosi della Serie A ,sono in crisi: 2 gol in 5 partite per l’attaccante della Juventus (entrambi nella sfida contro il Verona) e addirittura 0 in 4 gare per il capitano dell’Inter (per un’astinenza che dura dal 4 marzo). Giocatori in cerca di riscatto per un’astinenza dal gol vissuta in maniera differente. Lautaro predilige la pazienza, Vlahovic è insofferente.

Lautaro a secco: una questione di condizione fisica
Negli ultimi 7 mesi, Lautaro Martinez ha segnato un solo gol in Serie A: per altro ininfluente, in casa del Frosinone. “Non essere ancora andato in gol è un aspetto che pesa, però sono concentrato sulla squadra e lavoro per la squadra, oltre che per il meglio dell’Inter. A volte quando non si riesce a segnare cerco di fare altre cose, ma adesso mi devo mettere a lavorare. Testa bassa e pedalare, come ho fatto sempre nella mia carriera. E niente, il gol arriverà“, ha detto l’argentino al termine del derby perso 2-1 contro i cugini rossoneri. La prende con apparente leggerezza, senza darci nemmeno troppo peso. Perché alla fine, non pensarci è la soluzione migliore: di certo, il capocannoniere dell’ultimo campionato non ha magicamente disimparato a segnare, semplicemente non è nelle condizioni fisiche adatte (almeno per ora) per poterlo fare con continuità. Se si paragonano i dati di queste prime partite con quelli della passata stagione – in questa fase del campionato – il confronto è impietoso: nel settembre 2023 erano già 5 i gol, oggi 0. L’attenuante della scarsa condizione fisica sta sicuramente incidendo sulle sue prestazioni in campo. Solo una questione di tempo per Lautaro che, nel frattempo, può anche permettersi di “riposare” data l’alternanza con Taremi e Arnautovic. Centro gravitazionale dell’attacco interista ma non indispensabile, almeno in questo stato di forma. I soli 315′ ne sono una prova.

Vlahovic e il peso del gol
Da solo su un’isola, tra inquietudini e un pensiero fisso. Dusan Vlahovic pensa palesemente troppo al gol. Una mente da sgomberare e un ruolo da ritrovare, in campo e fuori. Il serbo non ha ancora raggiunto uno status tale da potersi permette di gestire i momenti negativi, e non è la prima volta che accade con la Juventus. Il pensiero di dover risolvere a tutti i costi la partita e di un attacco di cui è l’unico interprete di ruolo lo stanno condannando a un rendimento che non soddisfa nessuno. Se non segna esce mentalmente dalla partita, iniziando a disperarsi quasi in maniera teatrale. Troppe pressioni e poco autocontrollo. I soli 7 tocchi e il cambio dopo 45′ contro il Napoli parlano di un attaccante che non riesce a gestire le emozioni, sentendosi delle responsabilità che forse nemmeno gli appartengono. E a furia di strafare e pensare a quello che potrebbe essere, non riesce a concentrarsi sul presente dando l’impressione di vivere in un’altra dimensione. All’interno di un meccanismo che non fa per l’attuale Vlahovic. Parola d’ordine: ritrovare serenità.

Lautaro deve solo ritrovare il gol, Vlahovic deve ritrovare sé stesso. I dati non stanno dando ragione a nessuno dei due e il problema è sotto gli occhi di tutti. Ma il modo in cui viene affrontata questa crisi cambia indubbiamente la loro partecipazione in campo e per la squadra. L’argentino crea, partecipa e insiste (sono 4, ad oggi, le occasioni da gol create). Il serbo, invece, dopo due errori si abbatte e scompare dal gioco danneggiando la squadra: così Thiago Motta è costretto a ritrovarsi in 10 mentre il serbo rimane passivo in area di rigore, con lo sguardo perso riflettendo troppo a lungo sull’errore commesso. Inter e Juventus continuano ad aspettarli, sapendo che questo momento non potrà durare per sempre. Per il loro bene, e per quello della squadra.