Calvino nelle sue Lezioni americane parlava della peste del linguaggio; Habermas, invece parla di “distorsione e di manipolazione della comunicazione”. La narrazione sulla necessità dell‘inceneritore di Roma è frutto di questa patologia con impatti rilevantissimi su democrazia e organizzazione del futuro. Leggendo il modo in cui il Tar ha bocciato i ricorsi di comitati ed associazioni contrari comprendiamo come questa narrazione falsata rischi di fuorviare lo stesso ruolo di “terzietà” di soggetti istituzionali che dovrebbero attenersi in modo imparziale a dispositivi normativi vigenti e cogenti, che, nel caso della gestione dei rifiuti, sono sempre più volti all’economia circolare e al recupero di materiali.
Noi rispettiamo i giudici ma ci sembra che risultino vittime (non vogliamo pensare complici) dei trucchi retorici sottolineati in apertura. Questo inceneritore e il dispositivo del commissariamento, che quale effetto collaterale produce azzeramento delle prerogative della Regione e dei Comuni, si fondano sull’asserzione truccata che tale impianto ha lo scopo di salvare Roma dai rifiuti non solo dei romani ma soprattutto della folla dei pellegrini in arrivo per il Giubileo (35 milioni nel 2025). Si stima che con 105 milioni di presenze risulteranno circa 150mila tonnellate di rifiuti che si aggiungeranno alle quasi 700mila correnti, invadendo la Capitale.
Questa considerazione avrebbe senso solo se nel 2025 questo impianto venisse di fatto realizzato. Ma ormai è palese: se andrà tutto bene al sindaco Gualtieri (compresa la sua rielezione) nella migliore delle ipotesi si prevede che l’inceneritore ci sarà non prima del 2028 in evidente difformità dalle funzioni che sono state attribuite al Commissario per fronteggiare le emergenze del 2025 e che il giudice amministrativo assume per bocciare i ricorsi dei cittadini. Ma la politica non può “bersi” questa “trovata”. Ancora di meno possono farlo la necessità prevista dalla normativa – che nemmeno il commissariamento può ignorare – di dotare la Capitale delle buone pratiche di differenziazione allineate sempre più a modalità che relegano gli smaltimenti e gli stessi recuperi di energia nella parte più bassa e negativa della tassonomia a cui fanno riferimento le leggi europee e il Testo Unico vigente 152/2006.
Lo stesso Commissario è tenuto a promuovere raccolte differenziate decenti all’altezza delle cogenze normative che sistematicamente fanno registrare una clamorosa inadempienza che ormai staziona da circa 5 anni ad un misero 42-43%. E non si dica, con irritante malafede, che nelle grandi città come Roma non sarebbe possibile raggiungere livelli elevati di raccolta differenziata! Perché a Milano ormai la città sfiora il 70% con una raccolta porta a porta della frazione organica estesa su circa un milione e mezzo di abitanti? Perché a livello internazionale l’intera baia di San Francisco che conta circa 3 milioni e mezzo di abitanti la diversion (lì si chiama così la sottrazione da discariche e inceneritori) raggiunge l’80%.
Certo, se Gualtieri continua a non far niente e se la sua risposta a fronteggiare l’emergenza dei rifiuti prodotti dai 35 milioni di pellegrini è aggiungere qualche centinaio di cestini in giro per la città e di prevedere di portare i rifiuti nell’inceneritore di Amsterdam… Perché ci voleva il commissario? Ci sembra che il “Re sia nudo”!
Per questo Zero Waste Italy insieme alla galassia di comitati, reti e associazioni romane non si dà per vinta ad accettare lo scempio di un inceneritore che se realizzato brucerà salute, risorse preziose, danaro dei cittadini e democrazia mentre altrove in Europa si applicano moratorie nella costruzione di questi impianti come avvenuto nel Regno Unito, in Catalogna e nelle Fiandre. Zero Waste Italy continua a chiedere il dialogo con il governo capitolino proponendo un tavolo comune per affrontare l’avvicinarsi del Giubileo realizzando un avanzato piano di raccolta differenziata.
Pertanto il 2 e 3 ottobre ZWI farà convergere su Roma, con l’intero fronte civile dei territori romani, scienziati, esperti e attivisti chiamando al confronto i settori più aperti della politica. Il prof. Paul Connett, chimico e scienziato, insieme allo staff di Zero Waste Europe approfondirà su come gli inceneritori di ultima generazione siano inquinanti e funzionali all’economia lineare dello spreco e dell’aumento delle emissioni climalteranti. Insieme a lui, oltre al sottoscritto e ad Enzo Favoino ci saranno eurodeputati, parlamentari, senatori e tanta società civile romana e non solo.