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“Ventimila euro a chi ci riporta il pupazzo-pisellino Goroshek, è simbolo del nostro amore”: l’annuncio della famiglia derubata a Trastevere è virale

I ladri, dopo aver spaccato il finestrino posteriore dell’auto, hanno sottratto quattro valigie, due zaini il cui contenuto è considerato ingente (computer, gioielli e denaro) e - ultimo ma non ultimo - un oggetto speciale per la famiglia: Goroshek

di Luca Guarneri
“Ventimila euro a chi ci riporta il pupazzo-pisellino Goroshek, è simbolo del nostro amore”: l’annuncio della famiglia derubata a Trastevere è virale

Una chiusura di vacanza che lascia l’amaro in bocca ad una famiglia russa a Roma. Karo Astapov, 30 anni e di professione libero professionista specializzato in software engineering, ha scelto di tornare all’ombra del Colosseo dopo la visita dell’estate precedente con la fidanzata Ann. A questo giro però i due hanno deciso di coinvolgere anche i famigliari più stretti e così, dopo esser partiti da Mosca in aereo a metà agosto ed aver prontamente noleggiato un auto per girare liberamente tra il traffico (non proprio clemente) romano, la famiglia Astapov ha cominciato le sue vacanze romane. E se queste ultime due parole ci ricordano una delle pellicole più belle della storia della cinematografia italiana, quello vissuto da Karo è un vero film horror. È bastato lasciare parcheggiata l’auto nel cuore di Trastevere in pieno giorno il 1 settembre alle ore 11 (a check out terminato), per tornare alle ore 15 al posteggio in seguito ai festeggiamenti del compleanno della sorella di Karo e ritrovarsi un furto con scasso.

I ladri, dopo aver spaccato il finestrino posteriore dell’auto, hanno sottratto quattro valigie, due zaini il cui contenuto è considerato ingente (computer, gioielli e denaro) e – ultimo ma non ultimo – un oggetto speciale per la famiglia: Goroshek. Un vero e proprio “pisellino” di peluche tipico della tradizione russa, un baccello verde alto 20cm inseparabile dai fidanzati Karo e Ann. Le conseguenze, inevitabili, sono state pressoché burocratiche: coinvolgimento dell’ambasciata, richieste di aiuto alla polizia e prolungamento del soggiorno per contribuire alla ricerca della refurtiva. A preoccupare maggiormente la coppia però sono state proprio le condizioni di salute del pupazzo in mano ai malviventi. Per questo motivo negli ultimi giorni la Capitale è stata tappezzata di annunci relativi alla ricerca di Goroshek con una ricompensa di ben 20mila euro a chi lo restituirà. “Il nostro migliore amico, il nostro giocattolo è stato rubato. Se lo ritrovate, per favore, restituitelo per la ricompensa”, la scritta sul volantino con la misurazione in centimetri del pupazzo verde e i riferimenti telefonici con Whatsapp e Telegram. Contattato da Corriere Della Sera, l’ingegnere ha parlato di Goroshek: “L’importo della refurtiva è sicuramente superiore ai 20.000 euro. Ma questo non è il fatto più offensivo. C’erano cose memorabili e molto importanti per noi. La cosa più importante che abbiamo perso è stato un giocattolo verde a forma di pisello, chiamato Goroshek. Questo è il giocattolo della mia ragazza che le ho regalato all’inizio della nostra storia più di 10 anni fa. Per tutti gli altri, è un normale giocattolo. Ma per noi è la parte migliore della nostra vita, l’intera storia e simbolo del nostro amore. Questo giocattolo era quasi vivo, era sempre e ovunque con noi. Ha sempre viaggiato con noi…”.

Poi il viaggio nei sentimenti, per dirla alla Temptation Island, continua: “I ladri con Goroshek hanno portato via non solo tanti beni materiali, ma anche un nostro carissimo amico. Questo vuoto ora non può essere riempito con nulla. Per noi era come un animale domestico. È con noi da più di 10 anni e abbiamo capito che ci renderà felici per il resto della nostra vita. “Pisellino” è stato con noi in Spagna, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Francia, Italia, Svizzera, Bulgaria, Andorra, Uzbekistan, Dubai, Bahrein, Russia, Armenia e molti altri Paesi che abbiamo visitato. I nostri amici si sono offerti di comprarci lo stesso giocattolo, ma non sarà mai lo stesso, lui è l’unico”. Poi il dito puntato contro il 112, reo secondo Karo di non aver fatto abbastanza: “Abbiamo chiamato il 112, ma nessuno ha voluto aiutarci. Hanno detto che la polizia non sarebbe venuta nella zona, che dovevamo andare noi. Abbiamo iniziato a cercare. In tre stazioni di polizia ci è stato detto che non potevano aiutare, che avevano molto lavoro. Ci ignoravano con indifferenza e ripetevano la stessa frase, con un sorriso: “Non possiamo aiutare in nessun modo, questo è normale per l’Italia”. Non so”.

Il discorso è continuato dunque con le ricerche, degne di un servizio da “Chi l’ha visto?”: “ Speravamo che i criminali gettassero i vestiti e i nostri giocattoli nella spazzatura. Per tutta la notte dopo il furto abbiamo cercato nei bidoni sparsi per Roma. Non siamo riusciti a trovare nulla. Abbiamo deciso di restare per una settimana e guardare meglio”. E ancora: “Abbiamo camminato, incontrato senzatetto, chiesto loro di aiutarci a trovare il pupazzo. Abbiamo frugato nei contenitori, siamo andati ai punti di raccolta dei rifiuti, abbiamo controllato lungo il Tevere, sotto i ponti. Durante la settimana la posizione dei nostri dispositivi è stata individuata più volte, ma quando abbiamo chiamato la polizia si sono rifiutati di aiutarci”. Infine, la ricompensa: “Abbiamo promesso a tutte le persone con cui abbiamo parlato di pagare fino a 20.000 euro. Tutte le persone sono state molto gentili e hanno cercato di aiutare, tutti tranne la polizia, che ha la capacità e le risorse per farlo”. Roma e dintorni, sappiate che da questo momento “Pisellino” potrebbe cambiarvi la vita. O quantomeno, il conto in banca.

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