Dopo aver letto le motivazioni della sentenza di assoluzione della prima sezione penale della Corte d’Appello di Milano, nei confronti di un sindacalista accusato di violenza sessuale, ho perso le parole ed ho avuto un incubo. Ve lo racconto.

***

– Buongiorno ragazze, salutiamo Anna, che oggi farà la sua prima sessione di allenamento al CEVS – Centro evitamento violenze sessuali – fondato dall’associazione nazionale DPSR- Donne Pie e Silenti ma Reattive.

– Buongiorno Anna! (coro di voci femminili)

– Al CEVS imparerà a schivare la violenza sessuale. Alcune comunicazioni di servizio: sono arrivati i nuovi paraorecchie contro il cat-calling, li abbiamo in sette colori. Chi è interessata al corso di allenamento contro la violenza domestica deve iscriversi al CEVRI – Centro evitamento violenza nelle relazioni di intimità – la cui la regola aurea è: evitare matrimoni e convivenze. Il vostro addestramento comprende lo studio del Maria Goretti, il manuale di educazione civica ispirato alla santa. Vi raccomando di non impegnare pretenziosamente i tribunali con denunce. Le percentuali non vanno benissimo e dovete migliorare. Siamo al 15% di denunce sul totale sommerso, il dato è europeo, ma dobbiamo scendere al 13% entro il 2028. L’obiettivo è lo 0% di denunce entro il 2050 come le emissioni di CO2.

– Scusi prof, ma il 25 novembre ci invitano a denunciare violenze.

– (La prof sorridendo ironicamente) Quella è una festa folkoristica, si va in piazza, si inventano slogan. Si fanno due balletti. Le femministe sono delle gran mattacchione. Il 25 novembre è il giorno in cui gli stupratori e i molestatori devono essere più buoni e si parla di femminicidi. Si fanno passerelle ma è solo una ricorrenza, come il Natale. Poi si torna alla realtà. Vi risulta che dopo il Natale cessino le guerre? Ecco dopo il 25 novembre non cessano nemmeno gli stupri. Il Manuale Goretti lo spiega molto bene: Cap. 8, pag 45 “L’invito a denunciare una violenza sessuale è solo una pura forma di galanteria, la verità è che le donne imparino il prima possibile a capire il non detto”. Ricordate ragazze che i non detti contano più delle dichiarazioni di intenti che, appunto, sono solo intenti.

– Prof, qual è il non detto?

– Il non detto è: “State zitte, mute, dimenticate!”. Anna cara, per cortesia apri quella cesta e mettiti in testa le orecchie da leprotta che fanno parte della divisa.

– ⁠Ma perché?

– ⁠Servono ad entrare nella parte della preda e a infonderti la velocità dei leporidi. Prima dell’allenamento devo fare delle considerazioni su alcune di voi che mi hanno deluso. Sandra, devi migliorare i tempi di reazione. La scorsa settimana il tuo sparring partner ti ha raggiunta in 1 minuto e 45 secondi. ⁠Carla devi migliorare i tempi per l’aggressione di spalle su quella frontale vai meglio ma i tempi non sono ancora buoni.

– ⁠Ma Prof, ho reagito in 21 secondi!

– ⁠Non è abbastanza! Alcuni giudici sono molto attenti ai tempi e sono soliti ricorrere al cronometro.

– Quali sono i tempi giusti prof?

– Nessuno lo sa. E sono discrezionali. Per esempio se il tuo aggressore ti mette le mani addosso per 10 secondi come quel bidello con la studentessa che saliva le scale, quei tempi sono troppo pochi per configurare un reato. Se invece tu reagisci in 30 secondi come per esempio l’assistente di volo che ha visto assolvere per due volte il sindacalista che aveva denunciato per violenza sessuale, ecco, quei 30 secondi sono troppi per configurare il reato.

– ⁠Scusi prof ma i giudici non dovrebbero prestare attenzione alla legge più che ai cronometri? Alla Convenzione di Istanbul, alla Cedaw, alle sentenze Cedu…

– Non nomimare Cedu o Cedaw o Convenzioni di Istanbul. E’ proibito. Quanto al codice penale, la destrezza sarà una aggravante ⁠negli altri reati ma nella violenza sessuale è una attenuante. Ricordate che in alcuni tribunali valutano la stazza dello stupratore come i saggi i giudici della Corte d’Appello di Milano. Se non è un peso massimo non fa paura.

– Vuol dire che un tizio qualunque può metterci le mani sul culo, sulle tette o sulla gambe contro la nostra volontà?

– Parla in maniera appropriata, Federica. Il tuo non è un culo, è uno SAaD – Spazio anatomico a disposizione. E non è tuo. Come quando si va sulla spiaggia libera e si pianta l’ombrellone dove si vuole. Se pensiamo di andarcene in giro da sole come una persona libera e se chiediamo una consulenza ad un sindacalista potremmo anche ricevere le mani addosso. Dovete smettere di pensare e di pensarvi libere. Ci sono giudici saggi che periodicamente ve lo ricordano. Quindi per cortesia: ripassate il paragrafo “Luoghi e situazioni da evitare” sul vostro manuale Goretti, capitolo 60, pagina 107.

– C’è scritto di evitare: treni, autobus, tribunali, ospedali, ambulatori medici, studi legali, caserme, università, strade, locali notturni, discoteche , scuole, ascensori, uffici di sindacalisti e… uffici di sindacalisti… boh è citato due volte. Dobbiamo murarci vive?

– Se te ne vai in giro, te la sei cercata.

– Non dimenticate: il cronometro in alcuni tribunali non dorme mai, la coscienza invece talvolta si addormenta.

Ed ora correte. S-c-a-t-t-a-r-e!

@nadiesdaa

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