“Io sono convinto della mia innocenza e lo dimostrerò in aula. Per questo, lo ribadisco, non patteggio. Ma Giovanni Toti ha fatto bene a farlo, il suo processo sarebbe durato dieci anni”. Il biforcuto commento sulla scelta dell’ex governatore ligure – che si è accordato con la Procura per patteggiare due anni e un mese per corruzione – arriva dal suo predecessore Sandro Biasotti, ex senatore di Forza Italia, a margine di un’udienza del processo in cui è accusato di aver falsato i bilanci del suo gruppo di concessionarie d’auto. Quasi un anno fa i pm gli avevano proposto un patteggiamento, che però lui aveva rifiutato: “Tutti hanno accettato ma io a differenza degli altri, considerando i miei cinquant’anni da imprenditore e venti di politica tuttora immacolati, non accetto, rifiuto l’offerta e vado avanti, nella certezza che la mia completa estraneità ai fatti emergerà nel processo”, aveva rivendicato.

Il processo è stato rinviato all’11 ottobre. L’udienza di mercoledì ha regalato anche un altro titolo ai giornali: in Aula, infatti, era presente Ciro Grillo, figlio del comico e fondatore del Movimento 5 stelle Beppe, nella veste di praticante avvocato. Grillo junior, a processo in Sardegna con l’accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa – insieme agli amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria – nei mesi scorsi si è infatti laureato in Giurisprudenza e ha iniziato la pratica forense nello studio dell’avvocato Maurizio Mascia a Genova.

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