Ambiente & Veleni

Il lupo sarà meno protetto: ok dei 27 Stati Ue (Italia compresa) a cambiare lo status. Esultano gli agricoltori, Lega e Fdi

Il grado di protezione del lupo nell’Unione Europea passerà da “strettamente protetto” a “protetto“. I Rappresentanti permanenti dei 27 Stati membri, riuniti nel Coreper, hanno approvato oggi la proposta avanzata dalla Commissione Ue alla fine del 2023. Una novità che darebbe flessibilità in più ai Paesi membri declassando la protezione del lupo da rigorosa a semplice. A quanto si apprende da fonti diplomatiche, durante la votazione solo due Stati membri, Spagna e Irlanda, hanno votato contro la proposta. Quattro le astensioni: Cipro, Slovenia, Malta e Belgio. L’Italia, il Paese europeo che ospita la più numerosa popolazione di lupi, ha votato a favore. Una decisione fortemente criticata dalle associazioni animaliste, mentre esultano le maggiori associazioni europee di agricoltori e, tra i partiti politici italiani, esprimono soddisfazione Lega e Fratelli d’Italia.

Il declassamento – Il Coreper, nel dettaglio, ha approvato l’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna. Dato che quest’ultima è attuata tramite direttiva, resta la possibilità per gli Stati membri che lo desiderino di mantenere una disciplina più forte. La Convenzione sulla Conservazione della Vita selvatica e degli Habitat Naturali risale al 1979 e punta alla conservazione della flora e della fauna selvatiche e degli habitat naturali, promuovendo la cooperazione fra Stati. Presta particolare attenzione alle specie minacciate e vulnerabili, incluse quelle migratorie. La Convenzione ha quattro allegati: specie vegetali strettamente protette (I), specie animali strettamente protette (II), specie animali protette (III), strumenti e metodi di uccisione, cattura o altro tipo di sfruttamento vietati (IV). Il lupo, quindi, passerebbe dall’allegato II all’allegato III. A quanto si apprende, il dossier sarà giovedì all’ordine del giorno del Consiglio Ue competitività come punto senza discussione per l’adozione finale da parte degli Stati membri.

La proteste delle associazioni animaliste – Cinque giorni fa, una vasta coalizione di associazioni, circa 300, aveva chiesto di rafforzare la protezione del grande carnivoro in Europa e di non minarla. Il Wwf aveva chiesto agli Stati membri di “promuovere la coesistenza, rafforzando le misure preventive come l’uso di recinzioni e cani da pastore e rendendole più accessibili agli agricoltori. Applicare la protezione: garantire che la caccia illegale al lupo venga sradicata e sostenere la direttiva Habitat dell’Ue. Sensibilizzare: fornire un’educazione scientifica sui benefici ecologici e socioeconomici dei lupi”. L’associazione chiedeva soprattutto di “rispettare la scienza: basare qualsiasi modifica alla protezione del lupo su dati rigorosi, non su pressioni politiche“.

L’esultanza degli agricoltori – Il via libera dei 27 è stato accolto con favore da Copa e Cogeca, le maggiori associazioni europee di agricoltori e cooperative agricole: “La modifica della Convenzione” consentirà “una corretta gestione della popolazione europea di lupi”, sottolineano in una nota. Copa e Cogeca si dicono liete di vedere le istituzioni dell’Unione Europea “ascoltare le esigenze degli agricoltori e degli abitanti delle zone rurali, nonostante le numerose pressioni da parte di coloro che spesso non devono affrontare le conseguenze degli attacchi. Questa decisione offrirà agli allevatori europei maggiore tranquillità, poiché la predazione rimane un peso mentale costante che contribuisce alla fragilità della pastorizia in molte regioni”.

Soddisfazione da Lega e Fdi – Sul fronte politico in Italia esprimono soddisfazione i partiti di destra. “Un passo in avanti che ci riempie di soddisfazione”, lo definisce Paolo Borchia, capodelegazione della Lega al Parlamento europeo, che ritiene “inaccettabile che ci siano voluti anni per riconoscere una realtà sotto gli occhi di tutti”. “Il buonsenso ha avuto la meglio sul fanatismo animal-ambientalista che troppo a lungo ha condizionato le istituzioni europee”, afferma in una nota l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Pietro Fiocchi, uno dei principali sostenitori – tra Bruxelles e la politica romana – del mondo della caccia, noto anche per i suoi manifesti durante la campagna elettorale dove appariva con il fucile in mano. “Grazie anche al lavoro di Fratelli d’Italia e dei Conservatori europei – sottolinea Fiocchi – abbiamo assistito a un cambio di paradigma, con l’ideologia superata da un pragmatismo teso a rispondere ai bisogni reali dei cittadini”. “Ora si arrivi all’applicazione di una soluzione normativa volta a prevenire e mitigare nel concreto i danni provocati dalle predazioni del lupo perché chi vive e lavora in montagna non è cittadino di serie B”, commenta l’eurodeputata di Fdi Elena Donazzan.

Decisivo il voto della Germania – Decisiva al raggiungimento della maggioranza qualificata è stata la scelta della Germania di sostenere la proposta nonostante un’iniziale indecisione. Berlino ha ottenuto insieme alla Svezia l’aggiunta di una dichiarazione nel verbale della riunione in cui viene specificato che la modifica dello status di protezione è specifica per il lupo e non può mettere in discussione la protezione di altre specie. “Il lupo da tempo non è più una specie in via di estinzione, ma minaccia in particolare il bestiame al pascolo. Il pascolo del bestiame è una forma di agricoltura quasi naturale, e il lupo la sta sempre più respingendo. È quindi positivo che finalmente si vedano le misure necessarie”, scrive Peter Liese, eurodeputato tedesco del Ppe.